Romeo, nella cassetta sicurezza “gioielli di famiglia di un’amica che aveva le chiavi…”

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Febbraio 2017 - 14:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Romeo Salvatore o della “trasparenza”. A proposito della cassetta di sicurezza da lui svuotata dopo l’arresto di Raffaele Marra (erano i due in Campidoglio i più vicini e fidati di sindaca Raggi, il quarto era Frongia vice sindaco oggi retrocesso) ha spiegato agli inquirenti e alla pubblica opinione: “Per quel che ne so, c’erano dentro i gioielli di famiglia dell’amica cui ho affidato le chiavi della cassetta…”.

Dunque, stiamo alla chiarezza e trasparenza delle parole di Romeo. “Per quanto ne so”. Meraviglioso ennesimo capitolo della saga nazionale “a sua insaputa”: Romeo ovviamente dichiara di non sapere tutto di tutto ciò che c’è nella sua cassetta di sicurezza, può darsi infatti, suggerisce, che qualcosa vi sia finita a sua insaputa. A futura memoria, hai visto mai che indagando indagando qualcosa viene fuori che c’era e che lui dentro non aveva messo?

La cassetta di sicurezza. di Romeo, serviva con ferrea logica a custodire “gioielli di famiglia”. Quel che ci mettono tutti nella propria cassetta, se hanno cassetta e gioielli. Solo che la gente normale ci mette i suoi gioielli di famiglia, Romeo invece che è originale ci mette quelli della famiglia di…un’amica. Amica cui consegna le chiavi della cassetta. Comportamento ordinario e trasparente, chi non dà le chiavi della sua cassetta ad un amico o amica che ci ha messo dentro le sue cose?

Che Romeo fosse un originale d’altra parte era noto: chi non intesta polizze vita a terze persone senza dirglielo? Chi non intesta polizze vite al proprio capo reparto, dirigente, datore di lavoro, sindaco se del caso? E ad amici e conoscenti tutti dello stesso partito? E chi non piazza una polizza sul nome del suo sindaco il giorno in cui si sa che è indagata? E chi non ha mai fatto un normale investimento finanziario stipulando polizza il cui beneficiario lo è, guarda caso, “a sua insaputa”? E chi non è passato in cinque mesi da 40 mila a 120 mila e poi a 100 mila di stipendio all’anno se non come normalmente avviene ai dipendenti di un Comune?

Tutto all’insegna ovviamente della “trasparenza”. E state attenti a non dubitare della “trasparenza” di cassette e polizze e sms intorno al Campidoglio, Di Maio vigila e se vi becca dubbiosi vi bastona.