Saccomanni: “La burocrazia paralizza l’Italia? Balla”
Pubblicato il 17 Febbraio 2014 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – L’Italia paralizzata dalla burocrazia? “Una balla” secondo il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Solo “materia per editoriali da terza pagina”. Replica così l’economista a Confindustria, che aveva chiesto al governo di alleggerire i vincoli burocratici e che aveva calcolato che “una riduzione dell’1% dell’inefficienza della Pubblica amministrazione è associata a un incremento dello 0,9% del Pil procapite”.
Ma per Saccomanni non è vero: i funzionari al ministero sono
“un corpo di persone ordinate per la gestione della finanza pubblica e che si occupa dell’attuazione dei provvedimenti legislativi. (…) Sono persone molto attente ad evitare che ci siano confusioni nel passaggio delle norme dalla fase legislativa a quella attuativa”.
Eppure la riduzione della burocrazia era tra gli obiettivi dello stesso governo Letta.
“La burocrazia non deve opprimere la creatività degli italiani ed è per questo che bisognerà rivedere l’intero sistema delle autorizzazioni”,
aveva detto il premier uscente nemmeno un anno fa.
Anche i dati degli imprenditori dicono altro. Secondo la Cgia di Mestre la burocrazia costa alle piccole e medie imprese italiane 31 miliardi l’anno, corrispondenti al 2% del Pil. Per ogni impresa il costo è di 7mila.
Per aprire un’impresa in Italia ci vogliono 52 adempimenti fiscali, per un permesso edilizio servono 234 giorni, ricorda Rosaria Amato su Repubblica, contro i 184 della Francia, i 99 del Regno Unito, i 97 della Germania.