Salvini e Di Maio giocano alla crisi. Prova generale per l’autunno

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 8 Marzo 2019 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini e Di Maio giocano alla crisi. Prova generale per l'autunno

Salvini e Di Maio giocano alla crisi. Prova generale per l’autunno (foto Ansa)

ROMA – Salvini e Di Maio giocano al nuovo gioco dell’alleanza: la crisi di governo. Matteo Salvini ha indossato i panni e messo su il tono di chi si è stufato dei sacerdoti e paladini del No. Salvini: con i No sempre No non si va da nessuna parte, sono stato eletto per fare, non per fermare, ho la testa dura, vediamo chi l’ha più dura…E soprattutto la frase e la chiosa finale: se c’è da andare fino in fondo, vado fino in fondo. Traduzione in atti politici: se Di Maio tira la fune sulla Tav, la fune si spezza, se vuole la guerra sarà guerra, se M5S vuole dettare legge sulla Tav a costo della crisi di governo, crisi di governo potrà essere.

Luigi Di Maio la capisce così, per quel che è. E va davanti ai microfoni a interpretare l’alleato deluso e stupito. Di Maio si dice sconvolto dalla irresponsabilità (irresponsabilità proprio così) delle parole di Salvini. Racconta di un’Italia a un passo da un quasi paradiso: quota 100 pensioni e reddito cittadinanza in arrivo. E Salvini fermerebbe tutto questo solo perché M5S vuole ridiscutere della Tav? Di Maio fa il candido e dipinge come irascibile e incauto e sfascia tutto Salvini. Mossa classica per attribuire all’altro la colpa di una eventuale crisi di governo.

Ovviamente Di Maio omette che l’argomento può essere rovesciato: mettere in crisi il governo e quota 100 e reddito cittadinanza per il tabù ideologico contro le grandi opere, per continuare a discutere all’infinito sulla Tav, discutere per non farla né ora né mai. Chi è l’irresponsabile potrebbe così Salvini rivoltare la frittata.

Nessuno si prenderà la fatica di ricordare che appena ieri e per mesi e mesi Salvini e Di Maio hanno raccontato al paese di essere fatti l’uno per l’altro, come leader e come movimenti politici. Poi, d’improvviso ad un passo dalla crisi di governo. Ad un passo, ma quel passo non lo faranno. Si inventeranno la qualunque per giocarsi il dissidio sulla Tav in campagna elettorale per le elezioni europee di maggio. Si sono già inventati il via ai bandi di gara per i cantieri con annessa clausola di revoca: si fa il bando, le aziende partecipano e poi sei mesi dopo si dice loro no, non vale, abbiamo scherzato. Si stanno inventando la sceneggiata in favor di elettore di Francia e Ue che non vogliono cacciare i soldi. Dopo aver per mesi nascosto, ufficialmente nascosto, anche nella valutazione costi-benefici che la Tav l’Italia la pagherebbe al 35 per cento dei costi.

Si inventeranno la tregua armata, la postilla al contratto, il contratto di governo alla revisione del notaio del popolo…Si inventeranno qualcosa e la qualunque e la crisi di governo non la faranno. Non qui, non ora. Però non è un gioco tanto per giocare. E’ un gioco che allena, il giocare alla crisi di governo sulla Tav è di fatto una prova generale. Giocano ma fanno sul serio, provano sul serio. Perché in autunno, quando il Pil 2019 a più 0,5 per cento scarso, quando niente boom di assunzioni e investimenti, quando deficit 2019 marcia verso tre per cento e non 2,004 come scritto, quando starà per venire a scadenza la cambiale di 40 miliardi che hanno firmato per fare spesa pensioni e assistenza, in autunno la crisi di governo è altamente possibile la facciano sul serio e per davvero.

Quelle cambiali firmate se le onorassero Lega e M5S sarebbero pesantemente puniti in termini elettorali e di opinione. Non pagarle restando al governo è di fatto impossibile. Una crisi di governo, nuova campagna elettorale e nuove elezioni? La migliore e pluri sperimentata e tante volte già battuta via di fuga dalla realtà e dalle responsabilità. Per ora ci giocano, si allenano e fanne le prove per l’autunno.