Sara Tommasi nel libro ‘Ma le donne no’: “La mia laurea? Mi serve per vendermi meglio”

Pubblicato il 10 Febbraio 2011 - 11:45| Aggiornato il 9 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Sara Tommasi

ROMA – Ora che la soubrette Sara Tommasi è stata catapultata agli onori della cronaca per essere implicata in un’inchiesta della procura di Napoli su un giro di squillo, ‘Il Fatto Quotidiano’ ripesca una descrizione che di lei fece Caterina Soffici nel libro ‘Ma le donne no’, pubblicato da Feltrinelli nel 2010. Nel libro la scrittrice racconta di un incontro avuto con la Tommasi nell’autunno del 2009. Una chiacchierata davanti a un caffè in cui la Tommasi sosteneva: “La mia laurea alla Bocconi mi serve per vendermi meglio” e “per me lo stacchetto è un’opportunità, come fare le fotocopie in ufficio per una praticante di legge”.

La Soffici racconta che la Tommasi si presentò all’appuntamento vestita “come se stesse per andare in onda, cioè mezza nuda. Indossa un abitino succinto, gambe e braccia nude, capelli freschi di phon, falcate panterate, aria da scaltra seduttrice.Con sandali e tacchi del 12”. La Tommasi aveva un abbigliamento così “scomodo” che, racconta la giornalista nel suo libro, per arrivare al bar e fare 500 metri, dovettero prendere la macchina. Una volta arrivate al bar Sara inizia a confidarsi.

Si legge nel libro: “Il Sarapensiero è il seguente: “Dopo 4 anni di Bocconi ho imparato a fare la manager di una grande azienda. In questo caso il prodotto sono io, un prodotto da vendere sul mercato dello showbusiness”. Lei teorizza la seguente serie di cose: che non vuole fare una vita “normale”, cioè quella banale trafila scuola-studio-lavoro famiglia. Lei vuole una vita glamour, si vanta di essere nella squadra di Lele Mora e di conoscere Fabrizio Corona. Ecco il fior fiore di quella conversazione: “Fare la paperetta non è squalificante, sono cresciuta facendo ballare la Barbie, ora sono io che ballo, che mi metto in mostra, non la trovo una cosa volgare”. “Solo chi fa il moralista e il bacchettone pensa che una paperetta si vende. È solo un gioco di ragazze. È dalla notte dei tempi che il mondo gira così”. “Ero partita con l’idea di non spogliarmi, l’avevo detto a tutti. Ma poi come si fa? Dove vai se non ti spogli?”. Dice che non rifarebbe l’università: “Salterei a piè pari, una perdita di tempo”.