Saviano “fatti gli affari tuoi”: attacco da Torino da parte del movimento studentesco

Pubblicato il 24 Dicembre 2010 - 18:44 OLTRE 6 MESI FA

«Saviano fatti i fatti tuoi, che a come stare in piazza ci pensiamo noi», così risuonava mercoledì la piazza di Torino, o meglio così risuonava mercoledì una delle due piazze dove ci sono state sfilate di giovani a Torino. Nel giorno della protesta studentesca, l’opposizione alla riforma Gelmini nella città sabauda si è divisa. Da una parte i ragazzi degli Studenti Indipendenti, dall’altra i ragazzi del Collettivo Universitario Autonomo. Mentre i primi hanno puntato sulla fantasia, inscenando una simbolica seduta di fronte a Palazzo Carignano, sede del primo parlamento italiano, i secondi hanno assaltato con uova e fumogeni alcuni luoghi simbolo dell’impero industriale di Berlusconi: un’agenzia della banca Mediolanum ed una sede della Mondadori.

E’ da questo secondo corteo che sono partiti i cori contro l’autore campano, che è stato bersaglio delle critiche a causa delle sue recenti prese di posizioni nei confronti delle derive violente del movimento studentesco. «Bisogna prevenire, e in questo momento parlo al movimento, che ci sia la possibilità di criminalizzare un’altra volta con le violenze il movimento – aveva detto Saviano nel suo ultimo messaggio audio sul sito di Repubblica – e trovare strade nuove, vere, per poter costringere il governo a dare delle risposte che non siano semplicemente la repressione e la facile criminalizzazione».

Nella lettera precedente aveva affermato che «ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi» prendendosela anche con «i codardi incappucciati che credono che sfasciare un bancomat sia affrontare il capitalismo».

Il sito dei Collettivi Autonomi Universitari di Torino ha ospitato la lettera che un dottorando italiano ha inviato alla redazione di MicroMega. In questa, la condanna a Saviano è ribadita ed ampliata. L’intellettuale viene ritenuto ipocrita e colluso con le parti più retrograde dello Stato: «La ragione della condanna di Saviano è il ricorso alla violenza, e proprio per questo non ho potuto fare a meno di ricordare, per antitesi, la sua difesa pubblica, qualche mese fa, di un’altra scelta, molto più violenta: quella dei militari che, in cambio di un introito economico, partono alla volta dell’Afghanistan. Sembra quasi un consiglio ai prossimi disoccupati come me: partire per l’Afghanistan per ottenere denaro, puntando armi automatiche contro popolazioni lontane e sconosciute, sì; lanciare pietre contro i poliziotti e i finanzieri per cercare di manifestare fino al Parlamento, dove siedono i responsabili della deprimente situazione italiana, no.»

E conclude con uno sferzante j’accuse: «Saviano si confina nel qualunquismo di sinistra, che prevede accuse alla polizia infiltrata (le ridicole posizioni del Pd di ieri), dissociazione dalla violenza, che a quel punto per forza deve essere di pochi, e poi tanta fiducia in un mondo migliore.»