Sciogliere Forza Nuova: cosa dicono la Costituzione e la legge Scelba, le ipotesi e i precedenti

di Daniela Lauria
Pubblicato il 12 Ottobre 2021 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
Sciogliere Forza Nuova: cosa dicono la Costituzione e la legge Scelba, le ipotesi e i precedenti

Sciogliere Forza Nuova: cosa dicono la Costituzione e la legge Scelba, le ipotesi e i precedenti (Nella foto Ansa Mario Scelba, 1953)

Sciogliere Forza Nuova e in generale tutti i gruppi di matrice neofascista: lo chiedono due mozioni depositate in Parlamento dopo gli scontri e gli arresti di sabato a Roma. Ma si può fare? Cosa prevede il nostro ordinamento? E quali sono i precedenti?

Sciogliere Forza Nuova, lo dice la Costituzione

C’è innanzitutto la Costituzione, nello specifico la sua XII disposizione transitoria, che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

Per dare attuazione a tale disposizione, nel 1952 il governo De Gasperi ha varato la legge Scelba, in anni di grandi tensioni sociali, poi modificata nel 1975.

Venti anni dopo, con la legge Mancino del 1993, si è completato il quadro delle norme che puniscono le condotte riconducibili al fascismo e al razzismo.

Scioglimento Forza Nuova, cosa dice la Legge Scelba

La legge Scelba sanziona chiunque promuova od organizzi la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo che persegua “finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista”.

Oppure chi pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo o le sue finalità antidemocratiche. Condotte che vengono punite con pene detentive, multe e l’interdizione dai pubblici uffici.

Scioglimento Forza Nuova, due ipotesi per farlo

E’ l’articolo 3 della legge Scelba a disciplinare lo scioglimento di questi gruppi, prevedendo due ipotesi

  • Per sentenza. Ci vuole una sentenza della magistratura che abbia accertato la riorganizzazione del disciolto partito fascista: in questo caso è il Ministro dell’interno, sentito il Consiglio dei Ministri, a ordinare lo scioglimento e la confisca dei beni.
  • Per decreto. Oppure il governo può provvedere direttamente allo scioglimento con un decreto legge, ma solo in casi straordinari di necessità e di urgenza.

Scioglimento Forza Nuova, i precedenti

I precedenti in Italia sono pochi: Ordine Nuovo nel 1973, Avanguardia Nazionale nel 1976 e Fronte nazionale nel 2000.

Sinora la fine di movimenti fascisti è stata decretata a seguito di sentenze della magistratura. E’ stato così per Ordine Nuovo, il movimento di estrema destra che era nato nel 1969: a novembre del 1973 fu sciolto dall’allora ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani, a conclusione del processo per ricostituzione del partito fascista, che si concluse con pesanti condanne dei suoi dirigenti.

Una sentenza che costò la vita al giudice Vittorio Occorsio, ucciso da Pierluigi Concutelli a Roma il 10 luglio 1976 in un agguato rivendicato da Ordine Nuovo.

In quello stesso anno, sempre all’esito di un processo, ci fu lo scioglimento di Avanguardia nazionale, fondata da Stefano Delle Chiaie.

Negli anni ’50 la legge Scelba ha superato più volte il vaglio della Corte costituzionale: in una pronuncia del 1958 la Consulta ha tuttavia precisato che la legge va contemperata con il diritto costituzionale alla libertà di pensiero, la cui compressione può essere ammessa solo quando sia “concreto” il pericolo per l’ordine democratico.