Senato dei 100, sarà quello non elettivo. Voto senza M5s, Lega Nord e Sel

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2014 - 19:18 OLTRE 6 MESI FA
Senato dei 100, sarà quello non elettivo. Voto senza M5s, Lega Nord e Sel

Maria Elena Boschi prima del voto in Senato (foto Ansa)

ROMA – Il Senato non sarà più elettivo. La norma del Senato dei 100 è stata approvata a Palazzo Madama proprio nel giorno in cui le opposizioni hanno sancito un nuovo Aventino: Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Sel non hanno partecipato alle votazioni e hanno lasciato l’Aula annunciando di non avere intenzione di discutere le riforme con la maggioranza

Approvato l’articolo 2

L’Aula di Palazzo Madama ha approvato l’articolo 2 del ddl costituzionale, che modifica la composizione del Senato e prevede che i membri siano in tutto cento: 95 scelti dai consigli regionali e cinque di nomina presidenziale. I sì sono stati 194, i no 26, otto gli astenuti. Assenti M5S e Lega. L’Aula ha applaudito il sì.

Stop agli emendamenti

Con l’approvazione dell’articolo 2 del ddl costituzionale, sono preclusi tutti gli emendamenti aggiuntivi che riguardano l’elezione a suffragio universale e diretto del Senato. Lo ha reso noto il presidente Pietro Grasso in Aula.

L’opposizione se ne va

Dopo le minacce della mattina, alla fine i grillini sono usciti: ad annunciarlo è stato il capogruppo Vito Petrocelli che ha sottolineato come il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi abbia incontrato le altre opposizioni ma non abbia “voluto” vedere i 5S. “Questa era l’ultima cosa che potevamo tollerare, Renzi si gingilli pure con i suoi tweet”.

Non solo, il capogruppo grillino è andato oltre, annunciando che per il momento i senatori M5s non parteciperanno ai lavori parlamentari: “Non parteciperemo mai più ai lavori sul ddl riforme: nel momento in cui oggi è stata annullata l’ipotesi di un Senato elettivo ci concentreremo sulle questioni sostanziali” del Paese.

Anche la Lega, che già era rimasta fuori, ha detto che per ora non intende partecipare ai lavori in Aula, anche se le posizioni dei leghisti sembrano al momento meno intransigenti di quelle dei 5 Stelle.

La lettera dei 100 senatori dissidenti

“Non si possono decidere le regole di convivenza, violando sistematicamente le regole parlamentari. Da un orrore istituzionale non può nascere una Costituzione”. Lo denunciano un centinaio di senatori tra cui esponenti di PI, Fi, Sel, Lega, M5S in una lettera in cui denunciano “la conduzione incerta dei lavori” e le “ingerenze e provocazioni” di Renzi.

“Al di là delle differenti posizioni e punti di vista sulla riforma della nostra Carta fondamentale, i lavori di quella che dovrebbe essere una Costituente hanno perso la sensibilità istituzionale, il rispetto reciproco e della dignità individuale che sono alla base di un compito così solenne”. E’ il testo di una lettera firmata da un centinaio di senatori, tra cui Mario Mauro e Tito Di Maggio di PI, Augusto Minzolini e altri esponenti di Forza Italia, M5S ed ex M5S, parlamentari della Lega e di Sel. Altri continuano in queste ore ad aggiungersi ai firmatari del documento”La conduzione così incerta e contraddittoria dei lavori d’Aula, le continue ingerenze del governo, il ripetersi di esternazioni – se non di provocazioni – che lo stesso presidente del Consiglio continua a manifestare attraverso i media, rischiano di compromettere irrimediabilmente la possibilità che la democrazia, presupposto fondamentale e irrinunciabile del confronto parlamentare, sia garantita e con essa il rispetto che i senatori devono ai cittadini di cui sono i rappresentanti”, scrivono i cento.

“Rischiamo di consegnare ai libri di Storia una parodia, una caricatura di quello che dovrebbe essere il momento più alto per chi rappresenta un popolo. Non si possono decidere le regole di convivenza di una Nazione, violando sistematicamente le regole parlamentari. Da un orrore istituzionale non può nascere una Costituzione. Evitiamo che un onore come è quello a cui siamo stati chiamati, venga calpestato in danno di tutte quelle conquiste che tanti sacrifici sono costati agli italiani”.

Le firme, che starebbero aumentando, sono quelle di: Augusto Minzolini, Mario Mauro, Loredana De Petris, Gian Marco Centinaio, Giuseppe Compagnone, Tito Di Maggio, Bruno Marton, Paolo Arrigoni, Raffaela Bellot, Patrizia Bisinella, Stefano Candiani, Silvana Comaroli, Nunziante Consiglio, Jonny Crosio, Sergio Divina, Emanuela Munerato, Paolo Tosato, Erika Stefani, Giacomo Stucchi, Raffaele Volpi, Maurizio Rossi, Riccardo Villari, Bernabò Bocca, Francesco Aracri, Sante Zuffada, Pietro Iurlaro, Eva Longo, Antonio Milo, Pietro Liuzzi, Francesco Bruni, Luigi Dambrosio Lettieri, Lucio Tarquinio, Vittorio Zizza, Luigi Perrone, Vincenzo D’Anna, Michelino Davico, Cinzia Bonfrisco, Luigi Compagna, Elena Fattori, Vito Crimi, Michele Giarrusso, Giovanni Endrizzi, Nunzia Catalfo, Sara Paglini, Serenella Fuksia, Enrico Cappelletti, Daniela Donno, Vincenzo Santangelo, Elisa Bulgarelli, Vilma Moronese, Paola Nugnes, Ornella Bertorotta, Barbara Lezzi, Manuela Serra, Alberto Airola, Laura Bottici, Nicola Morra, Luigi Gaetti, Giuseppe Vacciano, Maurizio Buccarella, Ivana Simeoni, Andrea Cioffi, Claudio Zin, Luis Orellana, Fabrizio Bocchino, Monica Casaletto, Adele Gambaro, Alessandra Bencini, Maria Mussini, Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Fabiola Anitori, Paola De Pin, Maurizio Romani, Cristina De Pietro, Roberto Cotti.