Sicilia “Grecia d’Italia”: Monti chiede le dimissioni di Lombardo

Pubblicato il 17 Luglio 2012 - 16:44| Aggiornato il 18 Luglio 2012 OLTRE 6 MESI FA
Raffaele Lombardo (Foto Lapresse)

ROMA – Sull’orlo del default, la Sicilia è la “Grecia d’Italia”. Mario Monti ora chiede al governatore Raffaele Lombardo la conferma delle dimissioni. Dimissioni che già da tempo Lombardo aveva annunciato per il 31 luglio. Ma Monti preme per una conferma ufficiale, perchè “il nostro intervento anti default è connesso alla situazione politica”, si legge in un comunicato di palazzo Chigi. ”Il Presidente del Consiglio Mario Monti, facendosi interprete delle gravi preoccupazioni riguardo alla possibilità che la Sicilia possa andare in default a causa del proprio bilancio ha scritto una lettera al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo per avere conferma dell’intenzione, dichiarata pubblicamente, di dimettersi il 31 luglio”, si legge nella nota.

”Infatti, le soluzioni che potrebbero essere prospettate per un’azione da parte dell’esecutivo non possono non tener conto della situazione di governo a livello regionale ma anzi devono essere commisurate ad essa, in modo da poter utilizzare gli strumenti più efficaci e adeguati”, conclude il comunicato. Lombardo ha subito chiamato Monti e hanno concordato un appuntamento per il 24 luglio. ”Ho parlato al telefono con Mario Monti rassicurandolo del fatto che gli rassegnerò formalmente tutti gli elementi utili a dimostrare la sostenibilità della finanza regionale. E che gli parlerò anche della scelta di dimettermi”, ha detto Lombardo.

Che la situazione siciliana fosse ben oltre il livello d’allarme lo aveva detto solo pochi giorni fa Ivan Lo Bello, vice presidente di Confindustria e a capo degli industriali della Regione. Lo Bello, in sostanza, avvertiva pensionati siciliani e dipendenti regionali, a rischio di rimanere senza lo stipendio. Esattamente come i dipendenti pubblici greci.

La Regione è “vicina al default”, ha detto Lo Bello in un’intervista al Corriere della Sera. E pensionati e dipendenti regionali sono pagati direttamente dalla Regione. “C’è un pezzo della società siciliana che non ha colto i segnali”, ha spiegato Lo Bello. Che poi ha aggiunto: “Il paradosso riguarda direttamente i 20 mila dipendenti regionali. Nessuno di loro si rende conto del rischio che corrono. Come i pensionati della Regione pagati qui direttamente”.