Sondaggi: Centrodestra 35,6%. Pd e Grillo al 24%: colpa delle divisioni interne

Pubblicato il 12 Maggio 2013 - 12:02| Aggiornato il 13 Maggio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi (LaPresse)

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA – Renato Mannheimer pubblica sul Corriere della Sera, un sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani. Il Pdl continua la sua ascesa grazie al calo significativo di Mario Monti. Pd e Movimento 5 Stelle in calo: secondo il sondaggista, questi due partiti stanno pagando a causa delle loro divisioni interne.  Le intenzioni di voto degli italiani sembrerebbero comunque fotografare un quadro  molto diverso da quello emerso nelle ultime elezioni politiche. Questo trend è confermato da tutti i sondaggi delle ultime settimane. 

Scrive mannheimer:
“L’elemento che più colpisce è la notevole crescita della base di consenso per il Pdl, che oggi viene stimata tra il 27 e il 30% (Ispo rileva il 29,1%). Per la verità, il trend positivo per il partito di Berlusconi si era già manifestato durante la campagna elettorale. Dal 16% attribuito nel novembre 2012, il Cavaliere era riuscito già in gennaio a passare al 19%, per ottenere poi alle elezioni il 21%. L’incremento di voti del Pdl derivava — e deriva ancor più nelle ultime settimane — principalmente da due settori di elettorato. Da un verso, Berlusconi ha beneficiato della progressiva erosione del centro, che ormai si avvia sotto la soglia dell’8%. Ma, specialmente, il Cavaliere è riuscito a recuperare progressivamente una buona parte dell’elettorato che lo aveva votato in passato e che, però, almeno fino allo scorso anno, si dichiarava deluso dalle sue performance governative. Come si sa, nelle elezioni del 2008 il Pdl riuscì a ottenere addirittura il 37,4%. Molti dei votanti di allora si erano rifugiati nell’astensionismo o in altre scelte politiche (qualcuno anche nel Movimento 5 Stelle): in parte costoro stanno, a torto o a ragione, ridando fiducia al Cavaliere”.
Monti e le formazioni di centro appaiono in crisi di consenso.
“Già il risultato elettorale si era dimostrato inferiore rispetto alle aspettative che erano maturate durante il governo Monti, ma, comunque, la coalizione di centro era riuscita in febbraio a superare il 10%. Oggi questo obiettivo sembra molto lontano. In particolare, è la lista dell’ex presidente del Consiglio ad avere perso progressivamente appeal tra gli elettori, fino a superare oggi di poco il 6% (ma, secondo diversi altri istituti di ricerca, a raggiungere un valore ancora inferiore, tra il 5 e il 6%)”.
Ben più complessa la situazione del centrosinstra
“All’interno del centrosinistra, anche il partito maggiore di quest’area, il Pd, appare subire una erosione del seguito elettorale, collocandosi sotto il 24% (23,6% è il dato rilevato da Ispo, ma Ipr stima il 22%, Euromedia il 20,5%, Lorien il 24%, Demos il 25%, mentre solo Ipsos assegna il 26,5%). La difficile situazione del Pd in termini di consensi, rispecchia ovviamente il travaglio che sta subendo il partito, alla ricerca di un nuovo leader che sappia fermare le profonde divisioni interne (tanto che il 40% dell’elettorato del Pd dichiara di ritenere probabile, nel medio periodo, addirittura una vera e propria scissione)”.
“In realtà i problemi del partito nel raccogliere le adesioni degli elettori emergevano già dall’esito delle consultazioni di febbraio, che vedevano un forte allontanamento dei giovani, dei ceti popolari e degli stessi votanti delle regioni ‘rosse’, che rappresentavano tradizionalmente lo ‘zoccolo duro’ del supporto per il Pd. Questo trend è proseguito nelle ultime settimane, accentuandosi a causa dell’irritazione di una parte della base per l’accordo di governo con il centrodestra. Qualcuno sembra migrare verso sinistra, come mostra l’incremento di voti ottenuto in queste settimane da Sel (che supera il 5%, a fronte del 3,2% ottenuto alle elezioni). La crescita di Sel ‘compensa’ l’andamento negativo del Pd tanto che nel complesso il centrosinistra ottiene oggi grossomodo lo stesso risultato di febbraio”.
Secondo Mannheimer, va registrata anche una lieve diminuzione del Movimento 5 Stelle.
“Oggi il M5S si colloca attorno al 24% (ma alcuni istituti di sondaggi lo collocano sotto il 23%), a fronte del 25,6% emerso dal voto di febbraio: si tratta, con tutta evidenza, dell’effetto delle fratture che nelle ultime settimane si sono manifestate tra gli eletti del movimento di Grillo”.
A poco più di due mesi dalle elezioni, il Pdl domina ancora una volta, lo scenario politico.
“Se ci fossero le elezioni oggi, potrebbe profilarsi una vittoria del partito di Berlusconi. Ma, secondo gran parte degli osservatori, al Cavaliere non conviene in questo momento provocare la caduta del governo per ritornare al voto: una scelta siffatta potrebbe provocare la riprovazione di una parte del suo stesso elettorato (oltreché del presidente della Repubblica Napolitano) e recargli danno sul piano del consenso. E una nuova situazione di instabilità potrebbe convogliare ancora una volta voti verso la protesta rappresentata da Grillo. È quindi ragionevole ipotizzare che Berlusconi continui per ora a gestire il suo vantaggio che, peraltro, appare accrescersi di giorno in giorno, senza che le vicende giudiziarie lo danneggino in termini di seguito elettorale”.