Sondaggio dell’Espresso: Montezemolo, preferito dagli elettori di centro, può battere Berlusconi nel 2013

Pubblicato il 8 Aprile 2010 - 15:58 OLTRE 6 MESI FA

Luca Cordero di Montezemolo

Il settimanale l’Espresso, in edicola domani, dedica la copertina alla domanda: “Chi può battere Berlusconi nel 2013?”. Per trovare una risposta l’Espresso si è rivolto alla società Swg di Trieste che ha condotto un sondaggio tra il primo e il 5 aprile 2010, subito dopo la batosta elettorale subita dal Pd alle regionali.

La rilevazione è stata effettuata con un sondaggio telefonico CATI e online CAWI su un campione nazionale di 2.500 soggetti (su 4.850 contatti) maggiorenni.

Il candidato più verosimile per sfidare e battere Silvio Berlusconi alle politiche del 2013, secondo il sondaggio, è Luca Cordero di Montezemolo, attuale presidente della Fiat e della Ferrari, ex presidente della Confindustria, che ha ottenuto il 18% delle preferenze di coloro che hanno risposto al sondaggio, staccando di molto Pier Luigi Bersani. Solo l’11% degli intervistati vede, infatti, l’attuale segretario del Pd come possibile sfidante di Berlusconi nel 2013.

Secondo il giornalista Marco Damilano, che commenta il sondaggio su l’Espresso, Luca Cordero di Montezemolo è “considerato il più attrezzato a intercettare una parte dell’elettorato che oggi si riconosce nel centrodestra” ed è anche “il preferito nelle fasce di età più anziane, over 65”, che con l’allungarsi della vita media, tendono a pesare sempre di più nell’elettorato.

Il risultato conferma quello che da alcuni mesi si poteva registrare sul sito del settimanale, che nel novembre del 2009 aveva lanciato tra i propri lettori un sondaggio analogo.Quando, a gennaio 2010,  Blitzquotidiano ne ha dato notizia, Montezemolo veniva indicato come il prossimo presidente del Consiglio con circa 60 mila preferenze, pari a un quarto dei 240 mila partecipanti. Subito dopo le elezioni, il contatore era arrivato a 320 mila voti, dei quali ben 113 mila, cioè un terzo, è andato a Montezemolo, con un sensibile aumento sia del valore assoluto (raddoppiato in tre mesi) sia dello share.

Questo inatteso e non sollecitato successo ha un po’ spiazzato Montezemolo, il quale si è affrettato a dire: “Fa sempre piacere ricevere segnali di fiducia da parte dei propri concittadini” ma poi con altrettanta determinazione ha aggiunto: “Sono cinque anni che ripeto la stessa cosa riguardo a un mio presunto ingresso in politica” e cioè che non ci pensa nemmeno. Segue una frase illuminante: “Aggiungo poi che proprio non mi riconosco in certi vecchi schemi”, il che vuole dire chiudere la porta ma non girare la chiave.

Nella classifica, dopo Montezemolo e Bersani, quest’ultimo è seguito a stretto giro da Nichi Vendola con il 10% e dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, che si posiziona al quarto posto con il 9% delle preferenze. Segue il comico Beppe Grillo, che nelle regioni dove si è presentato con il suo Movimento Cinque stelle è stata la vera rivelazione delle regionali e la presidente del Pd Rosy Bindi, in pole position tra le donne del centrosinistra.

Osservando con attenzione i dati parziali si scopre, inoltre, che hanno espresso la propria preferenza per Montezemolo moltissimi elettori di centro, ben il 30% del totale di quelli che hanno risposto qualificandosi tali.  Buon risultato bipartisan, quindi, per il presidente della Fiat: il 14% degli elettori di centrosinistra contattati hanno votato per lui e lo stesso ha fatto il 17% di quelli di centrodestra. Ancor più significativo, però è il numero di coloro che, non avendo appartenenza politica, gli hanno espresso preferenza: ben il 22%, che costituisce il valore più alto del sondaggio in questa categoria. Solo Beppe Grillo registra un valore elevato, il 15%. Ciò sembra significare che nessuno meglio di Montezemolo può indurre gli appartenenti al grande partito dei delusi astensionisti a tornare alle urne. Si tratta di un ragionamento che ovviamente si estende ai delusi di tutte le sfumature.

Guardando, allo stesso modo, i dati parziali degli altri possibili “sfidanti” di Berlusconi nel 2013, si scopre che, ad esempio, Pier Luigi Bersani ha ottenuto solo il 20% delle preferenze tra gli elettori di centrosinistra: il 16% di loro ha votato per il governatore della Puglia, Nichi Vendola, che molti vorrebbero come il prossimo leader del centrosinistra.  Risultati bipartisan anche per Mario Draghi, quarto nella classifica prodotta dal sondaggio pubblicato dall’Espresso. Il 14% degli elettori di centrosinistra e di quelli di centro lo vedono come sfidante di Berlusconi nel 2013. Il sondaggio pubblicato dall’Espresso incorona, quindi, Montezemolo come colui che potrebbe battere il premier alle prossime politiche. Dai dati sembra che il suo nome sarebbe gradito a tutte le aree politiche e anche a coloro che non hanno un partito di riferimento. Potrebbe allora essere l’attuale presidente della Fiat quell’ “uomo nuovo” che Antonio Di Pietro invoca per la leadership del centrosinistra? Di Pietro forse pensa a se stesso, ma ben difficilmente un demagogo ex pubblico ministero di mani pulite puà incontrare il favore dei moderati.

Damilano ricorda che, pur continuando a negare un suo interesse alla politica, da sei mesi l’ex presidente di Confindustria gira l’Italia per le iniziative della sua associazione Italia Futura. Appelli, incontri, culminati alla vigilia del voto regionale con gli articoli firmati da Andrea Romano e Carlo Calenda sul sito di Italia Futura, un invito esplicito all’astensione: “Se la politica si trasforma in un cine-panettone, meglio smettere di comprare il biglietto”.