Dopo Lazio e Campania, la Sicilia: procura indaga sulle spese dell’Assemblea

Pubblicato il 25 Settembre 2012 - 15:50 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – Dopo il Lazio, la Lombardia e la Campania, è il turno (ancora) della Sicilia: la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta, al momento contro ignoti, sulle spese dei gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale. Per ora non c’è nessun indagato nè reato ipotizzato ma i magistrati vogliono vederci chiaro sulle spese fatte, per vedere se anche in Sicilia ci siano stati sprechi o irregolarità. La procura scaverà quindi nelle spese dei gruppi negli ultimi anni.

Negli scorsi anni i magistrati avevano indagato per peculato l’ex deputato regionale Alberto Acierno, ora sotto processo, per utilizzo dei fondi del Gruppo misto e poi della Fondazione Federico II per viaggi, cene e giocate ai casinò on line.

Negli ultimi giorni alcuni esponenti politici avevano chiesto che venisse reso noto come sono stati spesi i fondi riservati del presidente della Regione e del presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Ad esempio, secondo l’Ansa, ammonterebbe a 380 mila euro la spesa fatta dal presidente dell’Ars, Francesco Cascio, attraverso i fondi riservati. Cascio ha utilizzato l’intero budget nel 2010, secondo quanto risulta dal rendiconto finanziario. Per il 2012 il Consiglio di presidenza ha ridotto i fondi riservati al presidente: 342 mila euro, 38 mila euro in meno rispetto agli anni precedenti.

Stamane il coordinatore regionale dei giovani di Grande Sud, Massimo Cusimano, aveva chiesto al presidente dell’Ars Francesco Cascio di ”rendere pubblico l’elenco delle spese effettuate con i fondi riservati a sua disposizione perché il presidente dell’Ars ha l’obbligo morale, prima che politico, di dire come spende i soldi dei cittadini”. Cascio ha risposto: ”Posto che i fondi riservati essendo tali non necessitano di alcuna rendicontazione, non avendo però io nulla da nascondere e avendo sempre agito nella totale trasparenza, non ho alcuna problema a rendicontare le spese. Valuterò con gli uffici come farlo per non incorrere in una violazione dei diritti di privacy”.