Statali. Nella riforma comma salva politici: danno erariale solo per i dirigenti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Gennaio 2015 - 13:47 OLTRE 6 MESI FA
Statali. Nella riforma comma salva politici: danno erariale solo per i dirigenti

Statali. Nella riforma comma salva politici: danno erariale solo per i dirigenti (nella foto Renzi con il ministro della Funzione Pubblica Madia)

ROMA – Statali. Nella riforma comma salva politici: danno erariale solo per i dirigenti. Tra gli emendamenti del Governo alla legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione, quella sotto osservazione per l’estensione delle regole sulla licenziabilità anche al pubblico impiego, spicca un comma che esclude i politici dalla responsabilità individuale in caso di danno erariale. Solo i dirigenti autori degli atti amministrativi che hanno causato danni erariali sono imputabili.

Sul Messaggero, Andrea Bassi ha raccolto in proposito la confidenza anonima di un magistrato della Corte dei Conti: “Scritta così la norma sembra un’aprioristica esclusione di imputabilità dei vertici politici”.

Bisognerà attendere come i principi della legge delega verranno tradotti nei decreti attuativi, ma intanto pesa anche un’altra preoccupazione: che la norma sia congegnata come un colpo di spugna retroattivo perché potrebbe far saltare i procedimenti ancora in corso a carico di sindaci, presidenti di Regione e Provincia, ministri ecc…

Un comma di sole quattro righe aggiunto all’articolo 13 della legge delega. La norma prevede il «rafforzamento del principio di separazione tra indirizzo politico-amministrativo e gestione, e del conseguente regime di responsabilità dei dirigenti, anche attraverso l’esclusiva imputabilità agli stessi della responsabilità amministrativo-contabile per l’attività gestionale».

Fuori dai tecnicismi la linea è chiara. I vertici politici, siano essi sindaci, presidenti di Regione, ministri o sottosegretari, non potranno essere più chiamati come «corresponsabili» dei danni erariali prodotti da atti assunti dai dirigenti che hanno nominato. Saranno solo questi ultimi a doverne rispondere. (Andrea Bassi, Il Messaggero)