Sviluppo economico, Berlusconi pensa a Romani

Pubblicato il 3 Settembre 2010 - 19:51 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Romani

Paolo Romani: a fine luglio, quando Silvio Berlusconi rispose all’appello del capo dello Stato con l’annuncio che entro una settimana avrebbe proposto il successore di Claudio Scajola al ministero dello Sviluppo Economico, il nome in pole position era quello dell’attuale vice-ministro. Decisione poi caduta nel vuoto.

Oggi, di fronte al nuovo annuncio del premier di voler designare il nuovo responsabile di Via Veneto, in cima alla lista dei papabili resta sempre il nome di Romani. Ma stavolta, visto i precedenti, anche fra i più stretti collaboratori del presidente del Consiglio, regna la massima cautela. Anzi, diversi nell’inner circle berlusconiano sottolineano che la decisione non dipende solo dal Cavaliere, ma anche dall’atteggiamento del Quirinale. Colle che, ovviamente, si è sempre ben guardato dall’esprimere giudizi in merito.

Ma nel centrodestra domina la convinzione che il nome del vice-ministro non sia gradito a Napolitano perché considerato troppo legato a Mediaset. A dirlo apertamente è Giorgio Stracquadanio: ”I ministri sono nominati dal presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, e ad oggi una proposta informale di nomina è stata rifiutata dal capo dello Stato”, afferma il ‘falco’ del Pdl.

Affermazioni che comunque vengono smentite nettamente proprio da Silvio Berlusconi con la precisazione che mai alcun nome, fino ad ora, è stato sottoposto al Capo dello Stato che quindi non ha mai respinto alcunché. Eppure, nonostante anche ieri – durante alcuni incontri a palazzo Grazioli – Berlusconi abbia fatto nuovamente il nome di Romani, l’incertezza rimane. Anche perché, come sottolinea un dirigente del centrodestra, la partita sulla poltrona dello Sviluppo continua ad intrecciarsi con quella con i finiani.

Non può non suonare sospetto il fatto che il premier, al posto di dire chi sia il suo candidato, abbia nuovamente rinviato alla prossima settimana la decisione. E domenica c’è il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello. Ecco perché circolano anche altri nomi. Come quello del finiano Mario Baldassarri, anche se forse più perché ‘autocandidatosi’ al ruolo, che per una reale chance di farcela.

A meno che Berlusconi non intenda puntare su un parlamentare che ha aderito a Fli per sparigliare le carte nel gruppo dell’ex leader di An. E quello di Stefano Saglia, attuale sottosegretario proprio al ministero dello Sviluppo ed ex aennino anche lui, ma rimasto fedele al Cavaliere.