Teresa Bellanova: “Mutuo per pagare debiti Pd, non pago anche le quote”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Maggio 2014 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA
Teresa Bellanova: "Mutuo per pagare debiti Pd, non pago anche le quote"

Teresa Bellanova (Foto LaPresse)

ROMA – “Ho fatto un mutuo per pagare i debiti del Pd, non pago anche i 30mila euro di quote chiesti dal partito”. Teresa Bellanova, deputata originaria di Lecce, spiega perché è stata inserita nella lista dei parlamentari “insolventi” insieme a Corradino Mineo.

La Bellanova ha spiegato a Giulia Merlo del Fatto Quotidiano:

“Dal 2008 al 2013 ho corrisposto al partito 331 mila 141 euro, tra i versamenti al Partito nazionale, regionale e provinciale. Ho assunto a mie spese la dipendente del Pd Lecce, che altrimenti sarebbe stata licenziata. A questo si aggiungano 23 mila 075 euro, che ho speso per l’affitto della sede del circolo di Alessano (Lecce) e di cui continuo a farmi carico”.

E i 30mila euro di quote, spiega la Bellanova:

“Non li ho dati perché non li ho e la ragione è semplice: ho sottoscritto come garante un mutuo a copertura dei debiti contratti dal Pd di Lecce, dando in garanzia la mia casa di famiglia e il mio patrimonio personale”.

Ma la segreteria provinciale non ha pagato le rate del mutuo, spiega la deputata e sottosegretaria al Lavoro del governo Renzi:

“A causa dei ritardi, sono stata iscritta dalla banca nella lista dei cattivi pagatori e non ho potuto accendere un altro mutuo con cui pagare i 30 mila euro. Con il tesoriere, però, ho concordato da tempo che verserò tutto appena possibile”.

Ad essere definita una ladra la Bellanova non ci sta:

“Mi arrabbio quando mi piovono addosso accuse di ruberie: da militante come da dirigente ho sempre contribuito al mio partito, finanziandolo in base alle mie possibilità. Anche da parlamentare, posso dire serenamente di aver mantenuto il mio reddito precedente”.

Gli ammanchi nelle casse del Pd in Puglia non sono da poco:

“circa 720 mila euro, e il rischio è che a finire in cassa integrazione siano i sei dipendenti amministrativi. Un rosso, a cui vanno sommati i 135 mila euro di scoperto del Pd Lecce per spese di campagna elettorale”.

Scoperto raggiunto perché:

“È evidente che il finanziamento al partito si è fermato a livello regionale, e qualche eletto locale ha speso senza poi restituire”. I consiglieri regionali avrebbero l’obbligo di versare alla propria segreteria 500 euro mensili, che salgono a 700 per gli assessori, ma all’appello mancano 447 mila euro, oltre ai 267 mila non versati dai deputati. Non certo quel che si dice solidarietà di partito.