Terzo Polo, è rottura. Udc: “Nuova politica, onore a chi ha partecipato”

Pubblicato il 9 Maggio 2012 - 20:24 OLTRE 6 MESI FA
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Gianfranco Fini, Francesco Rutelli, Pier Ferdinando Casini

ROMA – E’ rottura nel Terzo Polo. Tra Fini e Casini, e’ un po’ come tra quei fidanzati che non rompono, che dicono ‘restiamo amici e sentiamoci’ ma di fatto prendono strade diverse e non e’ detto che si rincontreranno. I leader di Fli e Udc hanno avuto oggi un teso incontro definito nell’ufficialità ”amichevole” ma anche ”molto franco”. Che per molti significa l’ufficializzazione del ‘gelo’ tra i due che il tweet del leader centrista di ieri ha solo reso pubblico.

Certo ha pesato il ‘flop’ alle comunali di quel Terzo Polo che non e’ stato in grado di presentarsi unito e di intercettare percio’ il voto in caduta libera del Pdl, lasciando che la grande novita’ fosse non l’offerta politica del trio Casini-Fini-Rutelli ma il movimento di Beppe Grillo. E a sorpresa e’ arrivato l’ennesimo passo solitario di Casini, che oggi ha messo piombo sul progetto comune dicendo ‘Il Terzo Polo e’ stato fondamentale, onore a chi vi ha partecipato, ma oggi siamo in un nuovo campo, in una nuova stagione e il gioco e’ diverso”.

”Ognuno si assuma le sue reposnsabilita’ – ha detto anche Casini – e se altri ritengono che va bene cosi’, vadano avanti”. Ognun per se’, insomma. E arrivederci.  In questi mesi del resto, Casini si e’ stancato di sentire gran parte dei finiani ripetere ”non vogliamo morire democristiani”. Di contro, in Futuro e Liberta’ spesso c’e’ stata irritazione per il suo agire (con il consenso di Fini) da leader unico del Terzo Polo.

”Il gioco e’ diverso”, si smarca oggi Casini. Meglio liberarsi un po’ le mani in attesa di capire come e con chi costruire il grande partito dei moderati italiani, vedere quale sara’ la nuova legge elettorale e a quali alleanze costringera’, se obblighera’ ognuno ad andare per la propria strada alla ricerca di nuovi compagni di viaggio, allargando la visuale su chi in politica ancora non c’e’, e soprattutto guardare a cosa avviene nelle case del Pdl e del Pd.

Casini e’ gia’ un passo avanti: ha di fatto azzerato i vertici Udc, pare abbia gia’ avuto contatti diretti con Silvio Berlusconi e non ha mai smesso in queste settimane di tessere la sua trama con la parte del Pdl che vede di buon occhio un’uscita dalla scena del Cavaliere per fare il partito del Ppe in Italia. Ma il leader dell’Udc guarda anche altrove: e’ stato anche chiamato al telefono da Massimo D’Alema e dovrebbe avere contatti a breve con Bersani, dopo aver detto ieri che lui non vuole ”ne’ entrare nella foto di Vasto, ne’ rincorrere la Lega per le valli padane”.

E Fini? Casini lo avverte che ci sara’ da scegliere in fretta e che le resistenze di Fli non possono pesare. Ma il leader di Fli (che ha sentito al telefono un preoccupato Francesco Rutelli che, riunito il direttivo dell’Api, mostra malessere per la serie di esternazioni ”contraddittorie” dell’Udc) scruta il quadro con la calma necessaria a muovere il passo giusto, anche se qualcuno dei suoi non rinuncia oggi a far notare al leader che e’ stato un bene non pensare di sciogliere Fli e semmai ragionare di una confederazione con Casini e Rutelli. Quanto all’incontro oggi in agenda con Casini, il presidente della Camera avrebbe preferito avvenisse subito dopo il voto e prima delle dichiarazioni inequivocabili del leader Udc.

”Ho detto solo le cose che dico da mesi – si spiega Casini – il Terzo Polo non e’ sufficiente per rappresentare l’esigenza di novita’ e di cambiamento che viene dal Paese. E’ il segno di una forza stabilizzante, di cui c’e’ bisogno per non finire come Atene”. Un’analisi, questa, certo condivisa con Fini, che da mesi si sgola con i suoi (in gran parte riottosi a sciogliere Fli) per andare oltre il Terzo Polo verso un contenitore moderato piu’ vasto. Ma oggi, al di la’ dell’ufficialita’, e’ proprio il percorso comune verso il Polo o Partito della Nazione che dir si voglia a finire in standby.

E per Casini dire che ”il gioco e’ diverso” significa accelerare, non voler mettere la testa sotto la sabbia rispetto all’esito infausto del voto, dopo aver annunciato in pompa magna l’allargamento del Terzo Polo al Polo della Nazione. A bordo campo intanto – ma pare sempre piu’ pronto ad iniziare il riscaldamento per entrare in partita aprendo il suo cantiere liberal democratico – resta Luca Cordero di Montezemolo. E ieri, il presidente della fondazione Italia Futura in un’editoriale, oltre a definire prossimo alla scomparsa il Pdl e a pronosticare che il Pd tornera’ Pds, aveva gia’ messo nero su bianco un ‘de profundis’ per il Terzo Polo: ”non riesce a trovare una compiuta morfologia che vada oltre la somma di parti ormai stanche”.