Tosi cambia idea su Napolitano: “E’ arbitro imparziale, rimetto la sua foto”

Pubblicato il 5 Febbraio 2010 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA

Flavio Tosi

Il sindaco di Verona Flavio Tosi ha deciso di rimettere nel suo studio la foto di Napolitano.  Il 18 giugno 2007 il sindaco leghista eletto con più del 60 per cento dei consensi, aveva detto: «Tolgo dal mio studio la foto di Napolitano perché da lui non mi sento rappresentato. È un comunista ed è stato eletto con una vistosa forzatura delle buone regole parlamentari».

Dopo quasi tre anni ha cambiato idea, Flavio Tosi. Ha chiesto ai funzionari del municipio di recuperare l’immagine del capo dello Stato, intenzionato a rimetterla dov’era. E ha spedito una lettera al Quirinale, invitando il presidente a far visita alla città, magari per l’apertura della stagione dell’Arena.

Verona, ha scritto, «non mancherà di esprimerLe il compiacimento per l’alto profilo istituzionale con cui sta espletando il suo incarico». E ha aggiunto: «Compiacimento, apprezzamento e stima che sono anche miei personali». Due gesti di esplicita autocritica che fanno pensare che  anche il colonnello forse più «duro e puro» dell’ex movimento antisistema del Nord decide di istituzionalizzarsi, tributando l’onore delle armi a Giorgio Napolitano.

Todi spiega: «È cambiato il mio giudizio, lo ammetto senza problemi. A parte le mie convinzioni sul comunismo, che restano sempre identiche, quando fu eletto questo capo dello Stato, mi colpì in maniera molto negativa il metodo: metà del Parlamento che si imponeva sull’altra metà. Una mossa che mi fece pensare a logiche ambigue, di forzature e quasi di dispetti. Ecco su quali emozioni era maturata la faccenda della foto. Poi ho avuto modo di valutare Napolitano alla prova dei fatti e di verificare come si sia confrontato nel tempo anche con la mia maggioranza di governo. E adesso, sì, riconosco che ha cercato sempre di mostrare equilibrio e che è davvero un arbitro imparziale. Cosa che non credevo facile, vista la sua provenienza politica».

Il sindaco di Verona si dichiara «convinto che sarà la sinistra semmai a soffrire del Napolitano garante», e racconta un episodio particolare sul quale è scattato giorni fa il suo passo indietro. «Ho visto che Obama, dopo il terremoto di Haiti, ha chiamato i suoi predecessori Bush e Clinton per dargli una mano, dimostrando così che l’America è unita al di là dell’alternanza tra democratici e repubblicani». Retropensiero del sindaco: sarebbe bello che lo stesso avvenisse nell’Italia dalla politica istericamente polarizzata di adesso, e non a caso il problema del «riconoscimento reciproco» è tra i più ripetuti negli appelli di Napolitano.