Tremonti: “Dopo il rigore è ora di pensare allo sviluppo. Pil va male? Non è colpa del governo”

Pubblicato il 10 Settembre 2010 - 18:57 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti

Dopo le dure misure della manovra finanziaria ”ora è arrivato il tempo per guardare allo sviluppo”. Loha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, parlando alla Summer School della Fondazione Magna Charta spiegando: “Non è che uno è scemo e fa solo rigore”.

”Il tempo seguito finora – ha detto il ministrro dell’Economia –  si è  rivelato giusto. Ora dobbiamo seguire un modo europeo”.

‘Tante volte persone autorevoli mi hanno detto: fai spesa pubblica per un punto di Pil. Credo sia stato saggio non seguire questo suggerimento. Ora con l’Europa e in Europa è arrivato il tempo”.

E la ricetta del ministro prevede tra l’altro l’aggregazione delle imprese, l’assistenza delle imprese all’estero, la ”riduzione del quantum di regole”, il nucleare e una politica per il Sud diversa.

”Quando il Pil va male, non è solo colpa del governo, perché il Pil lo fanno tutte le forze economiche” ha detto poi il ministro. L’andamento del Pil, ha spiegato, ”è anche una questione di produttività industriale. In un regime economico sovietico potevi incavolarti con il governo. In quel caso, potevi fucilare o il direttore delle statistiche o il ministro dello Sviluppo, che infatti – ha aggiunto Tremonti scherzando – ora non c’e”’.

Il ministro, poi, ha parlato anche di università accusando il  sistema  italiano di non essere ”al servizio degli studenti ma dei professori”. L ”Dentro l’università italiana – ha aggiunto Tremonti- ci sono fortissime discontinuità. Per esempio, l’università di Siena è fallita perché aveva debiti altissimi. Far fallire un’azienda lo capisco, ma con un’università la cosa è un po’ strana”.

Tremonti ha spiegato anche che ”le università aprono sedi secondarie nel territorio delle altre università. Questo non è un sistema al servizio degli studenti ma dei professori. Senza voler fare riferimenti polemici per nessuno – ha aggiunto – se uno vuole avere un’esperienza con la nomenklatura sovietica, basta frequentare alcuni esponenti dell’università. Se uno vuole avere un’idea di cos’era l’Unione sovietica, bisogna avere un contatto con la conferenza dei rettori, che trasmetteva questa idea”. Secondo Tremonti ”bisogna finirla con la follia delle università che falliscono, con i corsi che si moltiplicano per i baroni che stanno in giro. Non si può continuare cosi”’