Unioni civili, Pd spaccato su adozione. Alfano: “Referendum”

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2016 - 18:34 OLTRE 6 MESI FA
Unioni civili, Pd spaccato su adozione. Alfano: "Referendum"

Unioni civili, Pd spaccato su adozione. Alfano: “Referendum”

ROMA – Unioni civili, Pd spaccato su adozione. Alfano: “Referendum”. Il Pd resta diviso sulla stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner, mentre Angelino Alfano minaccia il referendum abrogativo contro le unioni civili. Continua, seppure tra ostacoli, l’iter del disegno di legge Cirinnà, quello che regolamenterà le unioni di fatto.

“Un referendum abrogativo nel caso passasse la legge Cirinnà? L’ho messo in conto”. Lo afferma, in un’intervista a Radio Capital, il Ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Penso che a fronte di una così difficile decisione parlamentare, se davvero la legge fosse percepita come un punto di eccesso, in una direzione o nell’altra, potrebbe essere una scelta razionale affidarsi al popolo”.

“Ma – prosegue il ministro dell’Interno a Radio Capital – è un fatto di domani: per l’oggi c’è una partita parlamentare che può condurre a una direzione di buon senso, che non prevede l’equiparazione al matrimonio e l’apertura alle adozioni”.

E sono proprio le adozioni il nodo principale della discussione. La relatrice del testo, la Pd Monica Cirinnà, spiega cosa prevede il ddl: “Nessun automatismo nel meccanismo delle adozioni. Così come avviene per le adozioni del figlio del partner eterosessuale, sarà il Tribunale dei minori a decidere seguendo la strada dell’interesse del minore.Il giudice – ha precisato – si muoverà secondo parametri già previsti dalla legge sulle adozioni. E il figlio adottato entra nell’asse ereditario e resta figlio anche in caso di separazione dei genitori”. Secondo la senatrice il cosiddetto utero in affitto è “un argomento che è stato usato in modo strumentale” perché in Italia la Gpa (gestazione per altri) è vietata”.

E proprio martedì l’assemblea del Pd ha dato il suo via libera all’impianto del ddl Cirinnà: nessuna libertà di coscienza sulle pregiudiziali di costituzionalità che si voteranno giovedì in Aula, ma ancora nessuna mediazione raggiunta sul nodo cruciale della stepchild adoption. Con una postilla: nell’ultima riunione del gruppo, prevista per martedì prossimo, la presidenza del gruppo comunicherà su quali emendamenti sarà ammessa la libertà di coscienza di modo da circoscrivere il più possibile l’ipotesi di mandare alla Camera un testo con dei vuoti, al suo interno.

Le divisioni, nel Pd, restano e hanno trovato terreno in un’assemblea durante la quale se i Giovani Turchi, con Francesco Verducci, hanno sottolineato come la stepchild adoption non comporti alcuna discriminazione, i cattolici Dem hanno ribadito la propria contrarietà all’adozione del figlio del partner chiedendo di emendare anche l’art. 3 del ddl sui diritti e doveri delle coppie gay. Articolo che – ha sottolineato Stefano Collina – di fatto già autorizza la stepchild adoption. Possibile, a questo punto, che il voto di coscienza sia ammesso non solo sugli emendamenti all’articolo 5 che disciplina la stepchild ma anche sull’articolo 3.

Prima dell’assemblea conclusiva, il gruppo Pd farà un nuovo computo degli emendamenti scegliendo quali presentare in Aula. L’obiettivo, ha spiegato il capogruppo Zanda augurandosi “una drastica riduzione” degli emendamenti anche da parte degli altri gruppi parlamentari, è quello “di un dibattito sul merito”. Un dibattito nel quale, ha rimarcato Zanda, i senatori Pd “non sono interessati a voti segreti” avendo “posizioni trasparenti”. Mentre la responsabile Diritti Micaela Campana ha ribadito come si tenterà la via “del dialogo fino all’ultimo”. E a chiedere un ulteriore sforzo in Assemblea è stato anche il renziano Andrea Marcucci, co-firmatario con Giorgio Pagliari di un emendamento sul biennio di pre-adozione che per i cattolici potrebbe rappresentare un buon punto di caduta ma che, per i sostenitori della stepchild, rappresenta una discriminazione troppo radicale per i minori.