Unioni civili, Renzi: “Voto segreto? Non lo decide Bagnasco”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Febbraio 2016 - 10:11 OLTRE 6 MESI FA
Unioni civili, Renzi: "Voto segreto? Non lo decide Bagnasco"

Unioni civili, Renzi: “Voto segreto? Non lo decide Bagnasco”

ROMA –  Unioni civili, Renzi: “Voto segreto? Non lo decide Bagnasco”. Il voto segreto “lo decide il Parlamento, e lo dico con stima per il cardinal Angelo Bagnasco, e non la Cei“. Così Matteo Renzi, a Radio Anch’io, aggiungendo che a lui “piacerebbe molto l’idea che un parlamentare risponda del voto che dà e lo spiega. Dopodiché il regolamento del Parlamento prevede il voto segreto e se ci saranno le condizioni Grasso e non la Cei deciderà”.

Ma, a proposito della legge sulle unioni civili, cosa aveva detto Bagnasco, il capo dei vescovi? “Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto”. Esplicito dunque l’invito del cardinal Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, a margine della Messa per la giornata del Malato commentando l’iter del ddl Cirinnà.

Renzi difende la legge, non l’utero in affitto. “E’ una legge sacrosanta e finalmente ci siamo. Che paura possono fare due persone che si amano, perché lo Stato deve impedire loro di avere dei diritti? Trovo che il Paese e il Parlamento su questo siano nettamente a favore”, ha ribadito Matteo Renzi a Radio Anch’io, difendendo la legge sulle unioni civili. Precisando di nuovo però di essere “molto contrario all’utero in affitto“. Quanto al nodo della stepchild adoption, “in realtà esiste già in forme stabilite in via giudiziaria, è un punto delicato e aperto ma mi pare fondamentale che in queste ultime ore prima del voto si rispettino le opinioni altrui, si faccia una discussione seria e poi il Parlamento decida”.