Utero in affitto all’estero, 12 anni di carcere: proposta Pd

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Gennaio 2016 - 15:21 OLTRE 6 MESI FA
Utero in affitto all'estero, 12 anni di carcere: proposta Pd

Utero in affitto all’estero, 12 anni di carcere. Nella foto Gianpiero Dalla Zuanna, senatore del Pd

ROMA – Utero in affitto: se vai all’estero per cercarne uno potresti rischiare fino a 12 anni di carcere. E’ l’emendamento al disegno di legge sulle unioni civili presentato da Gianpiero Dalla Zuanna, senatore del Pd. Senatore dell’ala cattolica del Partito Democratico (è un ex montiano).

La proposta estende la punibilità della pratica della gestazione per altri anche se realizzata, da cittadini italiani, all’estero, prevedendo il carcere da 2 mesi a 3 anni (e una multa da 600mila a un milione di euro) e disciplinando che, se accertata la pratica della maternità surrogata da parte di uno dei due partner (gay o eterosessuale) e in assenza di legame biologico del nato con uno dei genitori risultanti nell’atto di nascita ricevuto dall’estero, il giudice “dichiara lo stato di adottabilità del minore”.

L’emendamento, che prevede fino a 12 anni di carcere per chi “organizza, favorisce o pubblicizza”, la pratica dell’utero in affitto irrompe anche nell’assemblea del gruppo Pd Camera, chiamata a fare un punto e nella quale i 37 deputati anti-adozione gay non fanno mancare la propria voce. Ad aprire la riunione è Ettore Rosato che, parlando di “punto avanzato di equilibrio” ancora raggiungibile, ribadisce come “gli elementi per fare una buona legge” ci sono. Mentre la responsabile Diritti Micaela Campana chiude ad una ‘stretta’ sulla maternità surrogata da inserire nel ddl: è giusto normarlo ma va fatto “nell’alveo della legge 40”, scandisce, sottolineando come qualsiasi modifica vada fatta senza alterare “l’impianto” del testo. E modifiche subentreranno certamente sugli articoli 2 e 3 del ddl, eliminando ogni rimando agli articoli del codice civile che disciplinano il matrimonio ed “esplicitando” i diritti e doveri legati al ‘nuovo’ istituto giuridico delle unioni civili.

E mentre Silvio Berlusconi ribadisce la libertà di voto per Forza Italia, fuori dal Parlamento il clima non è più sereno. Il 23 a scendere in piazza saranno le associazioni Lgbt che definiscono il ddl Cirinnà “il minimo sindacale” mentre ‘cresce’, anche numericamente, la mobilitazione per il Family Day del 30, che si terrà al Circo Massimo. Con Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e vicepresidente Anci che fa appello a tutti i sindaci perché sfilino, con la fascia tricolore, a difesa della famiglia.