Vittorio Feltri: “Dieci mignotte candidate dal Pdl”. Chi sono?

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 31 Gennaio 2013 - 10:48| Aggiornato il 17 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La pulce nell’orecchio l’ha messa Vittorio Feltri: “Nelle liste Pdl ancora 10 mignotte“. E siccome trattasi di pulce insidiosa, la tentazione è quella di chiedersi: e chi saranno mai queste 10 mignotte? Naturalmente non ci viene in soccorso Feltri, che si limita a dire: “Non siamo mica nati ieri e sappiamo che ha candidato di nuovo delle mignotte. Sì, mi riferisco alla mignottocrazia, ho visto dei nomi che immediatamente richiamano alla mignottocrazia. È cambiato troppo poco rispetto alle aspettative, la serietà delle persone è importante. Un censimento è difficile e vedendo le liste, volando basso, mi sono saltati agli occhi i nomi di una decina di mignotte, intese come persone che si adattano a fare qualsiasi cosa, che fanno quegli esercizi che non sono titolo di merito. Non è che se io faccio una scopata allora merito un aumento di stipendio”.

Insomma, ecco il ragionamento di Feltri. Nelle liste Pdl ci sono 10 “mignotte”, ovvero 10 nomi che richiamano la “mignottocrazia”, termine coniato da Paolo Guzzanti, ex parlamentare del Pdl, particolarmente disgustato dal fenomeno. E spiega ancora Feltri cosa intende per “mignotte”. E intende proprio quello che si suole associare a questo termine: coloro che si adattano a qualsiasi cosa, inteso come sesso, come tappa di una carriera, pur non essendo quella cosa (ancora una volta a costo di essere ripetitivi: il sesso) un titolo di merito. Fino alla conclusione più chiara che c’è: “Non è che se io faccio una scopata allora merito un aumento di stipendio”.

La tentazione, dicevamo, sarebbe quella di spulciare le liste del partito, pubblicate da vari quotidiani compreso Blitz, e mettersi a fare corrispondenze tra nomi e curricula “sospetti”. Naturalmente è meglio astenersi, il rischio è una querela facile, facile. Si astiene anche Feltri che però pecca in un punto nella sua analisi: siamo sicuri che il titolo in questione valga solo al femminile? Insomma, la merce di scambio per un posto facile e senza meriti in Parlamento è sempre e solo il sesso? Perché se così non fosse allora perché non immaginare anche dei “mignotti” in lista? Essere uomini, insomma, non mette automaticamente al riparo dal sospetto di non essere meritevoli e all’altezza del posto in lista, così come essere una giovane donna non dovrebbe automaticamente esporre al dubbio più volgare che ci sia. Ora la faccenda si fa più complicata e forse persino più avvilente. Perché allora non immaginare le 10 “mignotte” in questione uscire allo scoperto e rivendicare i propri diritti: se mignottocrazia è, che preveda almeno delle “quote azzurre”.