Il Sunday Times accusa l’Iran: “Premia i talebani per ogni attacco in Afghanistan”

Pubblicato il 5 Settembre 2010 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA

Cinque o forse più società iraniane con sede a Kabul verrebbero utilizzate per finanziare i militanti talebani attivi nelle province vicine alla capitale. E’ quanto rivela un’inchiesta del domenicale Sunday Times che raccogliendo le testimonianze di fonti dell’intelligence afgana e dei combattenti talebani ha scoperto che le società – fondate tutte negli ultimi sei mesi dopo aver vinto contratti per la ricostruzione dell’Afghanistan – versano ai tesorieri dei talebani 1.000 dollari per l’uccisione di ciascun soldato americano e 6.000 dollari per ogni veicolo militare statunitense distrutto.

In aggiunta a questi premi, i combattenti talebani ricevono dagli iraniani, scrive il giornale, circa 145 sterline a testa, più di qualsiasi poliziotto o soldato afgano. I soldi da versare ai combattenti – riferisce il domenicale – vengono versati nelle banche afgane e poi trasferiti a Teheran o a Dubai. Da qui i soldi rientrano in Afghanistan attraverso il sistema bancario informale dell’hawala e tornano così ai talebani.

In questo modo, ha spiegato un funzionario dell’intelligence afgana, ”le società coinvolte nel finanziamento dei ribelli possono coprire facilmente le loro tracce”. Secondo alcuni funzionari occidentali, la rete sarebbe stata fondata dall’unità speciale dei Pasdaran, al Quds. Il domenicale ha anche intervistato uno di questi tesorieri talebani, che in una visita ad una società iraniana a Kabul ha ritirato fondi per un totale di 18.000 dollari che ha nascosto in un sacco di farina.

I fondi erano la ricompensa per l’uccisione di diversi soldati afgani durante ad un attacco condotto il 12 luglio in cui erano stati colpiti due pick-up dell’esercito locale ed un veicolo blindato statunitense. Il tesoriere – un contadino al quale è stato insegnato a leggere e scrivere in un campo d’addestramento in Iran – ha raccontato di aver ricevuto in tutto 51.000 sterline negli ultimi sei mesi.