Il primate della Chiesa anglicana Williams: “Sì ai vescovi gay purché celibi”

Pubblicato il 25 Settembre 2010 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA

La Chiesa anglicana non ha ”nessun problema” a nominare vescovi degli omosessuali, purché siano rispettati ”tradizione e standard storici” che impongono ai preti gay di ”restare celibi”. Il primate anglicano d’Inghilterra e vescovo di Canterbury, Rowan Williams, reduce dallo storico abbraccio con papa Benedetto XVI di otto giorni fa, ribadisce la su posizione sull’argomento in una lunga intervista al Times di Londra, che ha già sollevato un’ onda di reazioni all’interno del mondo anglicano, sia da parte conservatrice che progressista.

L’intento dichiarato da Williams nell’intervista, quello cioè di ”tenere le redini del dibattito” e tenere insieme la Chiesa d’Inghilterra, sembra così aver sortito l’effetto contrario. Lo stesso primate ammette le sue difficoltà, cominciate con la minaccia di uno scisma conservatore dopo la sua nomina a vescovo di Jeffrey John, diacono unito civilmente ad un altro uomo, e annuncia che potrebbe lasciare il suo incarico prima della scadenza, tra 10 anni.

Non è la prima volta che Williams esprime una simile posizione, ma lo fa nell’intervista con dovizia di dettagli, poco dopo l’incontro col Papa e a soli due mesi da un summit di primati anglicani di tutto il mondo previsto per il gennaio 2011 a Dublino dalle difficili premesse.

“Il costo per tutta la chiesa sarebbe troppo alto” se la tolleranza verso i gay dovesse essere portata fino al punto di accettare preti e vescovi con relazioni attive, ha detto il primate, pur dicendosi consapevole fin dalla sua nomina a vescovo di Canterbury, otto anni fa,che la questione omosessuale rappresenta ”una ferita per l’intero ministero”.

Il problema è davvero spinoso dal punto di vista dei gay, perché, mentre nella Chiesa cattolica tutti i preti sono tenuti al celibato, in quella anglicana lo sarebbero solo gli omosessuali, con una evidente discriminazione.

”Le sue dichiarazioni sono inconsistenti – commenta al Times il leader di un’associazione per i diritti umani, Peter Tatchell – Rowan sta in finestra sul problema dei preti gay, e non so se dorme la notte. Prima di diventare arcivescovo di Canterbury, sosteneva l’inclusione dei gay e l’eguaglianza. Ora penalizza preti gay come Jeffrey John e lascia la sua strada per accontentare alcuni dei più odiosi cristiani omofobi del mondo. Ai suoi occhi – conclude – l’unità della Chiesa conta più dei diritti di gay e lesbiche”.

Ma anche da parte conservatrice giungono critiche severe. ”Non è la chiesa che ha un problema – afferma il commentatore statunitense David Virtue citato dal Times – è Williams che ce l’ha. La Chiesa è stata in piedi per 2000 anni, 4000 tenendo conto dell’Antico testamento, e non ha mai benedetto, accettato o approvato nessun tipo di relazione sessuale al di fuori del matrimonio eterosessuale”.