Barack Obama: “Il Papa ci sfida sui poveri, arrivo a Roma per ascoltarlo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 00:24 OLTRE 6 MESI FA
Barack Obama: "Il Papa ci sfida sui poveri, arrivo a Roma per ascoltarlo"

Barack Obama atterra a Fiumicino (LaPresse)

ROMA – “Il Papa ci sfida. Ci implora di ricordarci dei poveri. Ci invita a fermarci a riflettere sulla dignità dell’uomo. Arrivo a Roma per ascoltarlo: il suo pensiero è prezioso per capire come possiamo vincere la sfida contro la povertà estrema e per limitare le sperequazioni”. Così Obama in un’intervista al Corriere della Sera anticipata dal Corriere.it.

E domani mattina, il primo incontro del presidente Usa sarà proprio in Vaticano. . Presidente che, ha spiegato ai media americani l’ambasciatore presso la Santa Sede Ken Hackett, nelle conversazioni private Oltretevere viene citato con più simpatia di quella che gli riservano alcuni vescovi statunitensi. L’incontro avviene dopo le ammonizioni di Wojtyla, alla fine degli anni Novanta, contro i rischi che derivano al mondo dal permanere di una unica superpotenza, e dopo le speranze per i poveri con cui Ratzinger nel 2009 accolse proprio Obama, regalandogli una copia della sua enciclica sociale “Caritas in veritate”.

E proprio sul tema della povertà, dice il presidente americano nell’intervista al Corriere della Sera,

”il Papa ci sfida. Ci implora di ricordarci dei poveri. Ci invita a fermarci a riflettere sulla dignità dell’uomo. Arrivo a Roma per ascoltarlo: il suo pensiero è prezioso per capire come possiamo vincere la sfida contro la povertà estrema e per limitare le sperequazioni”.

Per quanto possano pesare i temi interni americani, – con libertà religiosa, aborto e contraccezione obbligatoria in testa – è sulla grande diplomazia della lotta alla povertà e della pace, che Bergoglio e Obama cercheranno di sintonizzarsi. Papa e presidente parleranno in privato: i contenuti saranno affidati alle note ufficiali, che riguardano anche i colloqui del presidente con lo staff della segreteria di Stato.

Alcuni contenuti sono prevedibili: Siria e Medio oriente, anche alla luce del viaggio papale di maggio in Terra Santa e dello sforzo della diplomazia americana, – Kerry in testa, anche in queste ore, – per imprimere una svolta al processo di pace israelo-palestinese; Ucraina e pace in Europa; Africa, per la povertà e il dialogo interreligioso; immigrazione, che è tema centrale del pontificato di Bergoglio, acquisito in chiave latinoamericana dall’episcopato statunitense: i vescovi Usa compiranno il 30 marzo un viaggio al confine con il Messico, e annunciandolo hanno dichiarato che quel confine “è la nostra Lampedusa”.

Anche la cittadinanza per gli immigrati, in gran parte latinoamericani, da tema interno acquista rilevanza internazionale nel colloquio con il Papa. Del resto molti di questi argomenti sono già stati oggetto dei colloqui del segretario di Stato John Kerry, il 14 gennaio scorso, in Vaticano. E hanno accompagnato le celebrazioni per i 30 anni delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Santa Sede. La presenza in Vaticano in questi giorni della delegazione cattolica da Filadelfia per preparare l’incontro mondiale delle famiglie in agenda per settembre 2015, ha fatto emergere l’ipotesi della partecipazione del Papa a quell’evento. Troppo presto per deciderla oggi, ma Obama potrebbe fare un invito ufficiale a papa Francesco a visitare gli States proprio in quella occasione.