Cade aereo turco in Siria. Ankara: "L'hanno abbattuto"

Pubblicato il 23 Giugno 2012 - 00:59 OLTRE 6 MESI FA

BEIRUT, 22 GIU – La crisi inizia con un caccia turco che precipita misteriosamente in mare a largo delle coste siriane. A bordo due piloti di cui non si hanno notizie. Secondo fonti di stampa vicine all'Iran e in un primo momento non confermate ne' dalla Siria ne' dalla Turchia, il velivolo e' stato abbattuto dalla contraerea di Damasco perche' aveva ''violato lo spazio aereo siriano''.
Ma, in serata, l'ufficio del premier turco Tayyip Erdogan ha fatto sapere che ''e' chiaro che la Siria ha abbattuto'' l'aereo e che ''una volta chiariti i dettagli di quanto accaduto saranno prese tutte le misure necessarie''. ''Dopo avere valutato i dati raccolti e le informazioni ottenute da tutte le istituzioni a riguardo e nell'ambito delle operazioni di ricerca e di salvataggio, – ha precisato il comunicato dell'ufficio di Erdogan – abbiamo capito che il nostro aereo è stato abbattuto dalla Siria''.

In serata Erdogan, in conferenza stampa, aveva detto di non avere ancora informazioni certe sull'accaduto e che navi ed elicotteri turchi erano impegnati nelle ricerche dei piloti e dell'aereo.

Questo mentre nella Siria scossa da oltre 15 mesi di repressione delle proteste e dei conseguenti scontri tra governativi e ribelli sono state uccise oggi circa 50 persone, tra cui si contano una trentina di civili e oltre venti membri delle milizie irregolari lealiste.

Secondo le TV al Manar e al Mayadin, entrambe vicine a Teheran, un aereo militare turco e' stato abbattuto dalla contraerea siriana di fronte a Capo Bassit, in Siria, a pochi km a sud dal confine con la Turchia. Il caccia – proseguono le fonti – aveva ''violato lo spazio aereo siriano''. Ankara aveva confermato di aver perduto contatto radio con il velivolo, fonti di stampa avevano poi attribuito al primo ministro turcodichiarazioni secondo cui scuse siriane ''sono arrivate in modo molto serio'', lasciando cosi' implicitamente intendere che l'aereo era stato abbattuto da Damasco. Erdogan sembra poi aver 'aggiustato il tiro' in conferenza stampa, sottolineando la necessita' di avere piu' precise informazioni per stabilire quanto accaduto.

Intanto da Ginevra, dall'attesa conferenza stampa congiunta dell'inviato Onu, Kofi Annan, e del comandante della missione di osservatori delle Nazioni Unite in Siria (Unsmis), il generale Robert Mood, e' giunto ben poco: Annan e' tornato a invitare la comunita' internazionale a aumentare la pressione su Damasco. Ha poi anticipato che il 30 giugno prossimo si potrebbe tenere a Ginevra una riunione a livello ministeriale tra i rappresentanti dei cinque Paesi membri del Consiglio di sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia) e di quei Paesi che ''hanno un'influenza sull'una o l'altra parte'' in Siria, tra cui l'Iran. ''Stiamo ancora discutendo la composizione ed altri aspetti dell'incontro, ma ho detto chiaramente di credere che l'Iran dovrebbe fare parte della soluzione'', ha detto. Mood, dal canto suo, si e' detto ''per nulla convinto che aumentare il numero di osservatori o decidere di armarli possa migliorare la situazione''. I Comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime hanno reso noto oggi che dall'inizio della missione Unmsis, il 12 aprile scorso, in Siria sono state uccise 3.608 persone, di cui 346 bambini (251 maschi e 95 femmine), 226 donne (di cui 96 morte sotto tortura). E' Homs, la terza citta' siriana roccaforte della rivolta, a mantenere il triste primato di vittime con 1.201 uccisi in due mesi di presenza di osservatori. Poi figura Hama (481), i sobborghi di Damasco (478), Idlib (440), Daraa (294), Aleppo (223), Dayr az Zor (185) e Damasco citta' (130). Il regime ha invece denunciato l'uccisione di 25 ''cittadini'' a Darat Azze, nei pressi di Aleppo, da parte di gruppi di terroristi armati. Su Youtube gli attivisti hanno pubblicato un video amatoriale, la cui autenticita' non puo' essere verificata, che mostra corpi di oltre 20 uomini, alcuni in divisa e altri in abiti civili, riversi a terra, con vistose macchie di sangue sul corpo e attorno a un furgoncino pick-up. ''Sono shabbiha (miliziani lealisti) del regime. Sono stati uccisi dai ribelli'', recita la didascalia del video.

E nel venerdi' di preghiera islamica e di proteste, il Centro di documentazione delle violazioni in Siria ha fornito un bilancio provvisorio e dettagliato di 30 uccisi in diverse localita' dove le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere cortei anti-regime. Fonti concordanti hanno inoltre confermato all'ANSA quanto riferito nel pomeriggio da attivisti, secondo cui il capoluogo orientale di Dayr az Zor e' stato pesantemente bombardato oggi dall'artiglieria governativa facendo numerose vittime. In particolare, gli attivisti affermano che gli ospedali hanno urgente bisogno di sangue e plasma per le trasfusioni e di personale medico che aiuti i soccorritori.