Chavez. Usa: “Nessun complotto”. Timori per il futuro

Pubblicato il 6 Marzo 2013 - 11:01| Aggiornato il 5 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Chiamo’ George W. Bush ”il diavolo’, facendosi il segno della croce sul podio dell’Assemblea Generale dell’Onu, dove prima di lui era salito il presidente americano. E invito’ a Caracas due dei piu’ acerrimi nemici degli Stati Uniti, il rais libico Muammar Gheddafi e il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, un vero e proprio schiaffo all’amministrazione Usa.

Ora  pero’ Washington rende omaggio al suo grande ‘rivale’ sudamericano, Hugo Chavez, parlando di ”tragedia” per la sua famiglia e i suoi sostenitori,  ribadendo di essere ”pronta al dialogo” con le autorita’ venezuelane e respingendo con forza le accuse di complotto che arrivano da Caracas, bollate dal Dipartimento di Stato come ”assurde”.

La preoccupazione della Casa Bianca per il futuro del Venezuela e’ tanta. Il Paese sudamericano che per quattordici anni e’ stato guidato da un solo uomo – scrive il Wall Street Journal – entra ora in una fase di incertezza che rende difficile immaginare quali nuovi equilibri si potranno creare nella regione. I rapporti mai facili con Chavez – che inseguiva il sogno di Simon Bolivar di un’America Latina unita e indipendente dalle potenze straniere, vedi gli Usa – potrebbero lasciare il posto a un rilancio dei negoziati con Caracas e con la nuova probabile leadership di Nicolas Maduro.

Almeno questa e’ la speranza della Casa Bianca e della diplomazia Usa, che adesso guardano con apprensione alle prossime elezioni. Ma i segnali che in queste ore arrivano dalla capitale venezuelana non fanno presagire nulla di buono. Accusare gli Stati Uniti di aver ”avvelenato Chavez come fu per Arafat”, provocandogli il cancro, non aiutano a stemperare le tensioni. Anzi, le alimentano.

”Dire che gli Stati Uniti sono implicati in qualunque maniera nella morte del presidente Chavez sono accuse, assurde che respingiamo con forza”, ha sottolineato un portavoce del Dipartimento di Stato, parlando poco prima che si diffondesse la notizia della morte del leader venezuelano.

La speranza per il presidente Barack Obama e’ che la morte di Chavez non inneschi un’escalation nei rapporti tra Caracas e Washington, ma si apra una stagione di forte cooperazione sul fronte della lotta al terrorismo e al traffico di droga. Ma anche in campo commerciale. Ma e’ ancora presto per dirlo.