Cina, addio politica del figlio unico. Almeno per alcuni

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 13 Novembre 2013 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
Cina, addio politica del figlio unico. Almeno per alcuni

Cina, addio politica del figlio unico. Almeno per alcuni

PECHINO – Il figlio unico diventa una scelta in Cina. Almeno se uno dei genitori è già figlio unico. Il terzo plenum del Partito Comunista apre alle modifiche della legge più odiata nella grande Repubblica Popolare. Secondo le previsioni della stampa locale e non solo, le coppie in cui il marito o la moglie non ha fratelli né sorelle potranno decidere di avere un secondo figlio senza dover pagare le salatissime multe in vigore fino ad ora.

La legge, varata nel 1979 da Deng Xiao Ping, era stata modificata negli anni Novanta, sostituendo il carcere con sanzioni pecuniarie. Negli ultimi anni sono state sempre di più le coppie che hanno deciso di violarla, ma ovviamente ha potuto farlo solo chi poteva permettersi di pagare le alte multe, anche di 5.000 yuan (oltre 600 euro).

Allo stato attuale delle cose, le donne piegate dalla legge sono costrette ad aborti, anche tardivi, con i connessi rischi. Se invece si decide di far nascere il figlio questo deve passare la vita nella clandestinità, senza diritto all’istruzione pubblica e al sistema sanitario nazionale.

La decisione, riportano diversi media, sarebbe stata presa nella blindatissima riunione dei dirigenti del Partito Comunista che si è svolta dal 9 al 12 novembre.

E’ subito stata criticata da molti demografi, che pensano sia arrivata troppo tardi e non sia abbastanza incisiva, visto che toccherà solo i figli di altri figli unici. Si tratta comunque di una prima apertura in più di 30 anni, che dà la speranza a molti secondi figli di uscire dall’anonimato a cui l’attuale politica li ha costretti.