Clima, tutti gli scienziati Usa: “L’uomo sta cuocendo la Terra”. Forse Trump li censura

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 8 Agosto 2017 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA
Clima, tutti gli scienziati Usa: "L'uomo sta cuocendo la Terra". Forse Trump li censura

Clima, tutti gli scienziati Usa: “L’uomo sta cuocendo la Terra”. Forse Trump li censura

WASHINGTON – ‘Cotta’ dall’uomo e anzi cotti da noi stessi. E’ la conclusione tracciata da ben 13 agenzie federali americane secondo cui la Terra ha la febbre, altissima, mai cosi alta negli ultimi 1500 anni, e la colpa è nostra e dei gas serra che emettiamo. Conclusioni che non accenderanno con ogni probabilità gli entusiasmi del presidente Trump che come è noto non ‘crede’ nel cambiamento climatico e conclusioni che, anche per questo, sono state fatte trapelare prima che l’amministrazione Usa desse la propria approvazione al documento. Documento che è in realtà una relazione completata quest’anno e che fa parte del National Climate Assessment richiesto dal Congresso americano ogni quattro anni.

“Gli americani avvertono ora gli effetti del cambiamento climatico – si legge nella copia riservata ottenuta dal New York Times -, quanto il clima cambierà in futuro dipende dalle emissioni”. “Le prove del cambiamento climatico sono abbondanti – continua la relazione – , dall’alto dell’atmosfera alla profondità degli oceani”. E se ci fossero dubbi su chi è il responsabile di questo cambiamento, “ci sono evidenze che dimostrano come le attività umane, specialmente le emissioni di gas serra, sono le principali responsabili per i cambiamenti climatici rilevati nell’era industriale. Non ci sono altre spiegazioni alternative, non si tratta di cicli naturali che possano spiegare questi cambiamenti climatici”.

Tutta colpa nostra dunque, perché l’uomo siamo noi con tutte le nostre attività e con tutte le nostre abitudini. Siamo noi che abbiamo fatto ‘ammalare’ il pianeta sui cui viviamo, l’unico – è bene ricordare – che abbiamo a disposizione, facendogli venire una ‘febbre’ mai vista prima. Una ‘febbre’ che negli Usa – la relazione a stelle e strisce analizza ovviamente in primis gli effetti sul suolo americano – ha portato le temperature ai livelli più alti degli ultimi quindici secoli: al 1880 al 2015 sono aumentate di 1,6 gradi Fahrenheit (ovvero 0,9 gradi centigradi), e dal 1980 la situazione è addirittura precipitata con un drammatico aumento delle temperature che ha portato al clima più caldo degli ultimi 1500 anni.

Per gli scienziati di tutto il mondo, con buona pace di Trump, il riscaldamento globale è un fatto ormai assodato e la colpa è chiaramente dell’uomo. Quello che però non sanno dire nemmeno gli scienziati è cosa accadrà d’ora in avanti e cosa possiamo fare per cercare di curare la febbre che abbiamo scatenato, se possiamo fare qualcosa. Se infatti tutti o quasi sono d’accordo che vadano immediatamente ridotte le emissioni, e quindi cambiate le nostre abitudini e la nostra industria, pochi o nessuno sanno dire con certezza se il fenomeno sia ancora reversibile o se sia ormai sia troppo tardi. E troppo tardi non vuol dire un’esito da cinepanettone hollywoodiano con la Terra che muore tra mega effetti speciali e l’umanità cancellata da questo pianeta. Ma vuol dire molto più semplicemente, anche se altrettanto drammaticamente, condizioni climatiche mutate con esiti imprevedibili che vanno dalla desertificazione di alcune zone allo scioglimento dei ghiacci, dai tifoni più frequenti e in zone dove prima non si erano mai visti a precipitazioni più scarse ma più violente. Ma, soprattutto, quello che nessuno è davvero in grado di prevedere è la natura e l’intensità dei fenomeni che stiamo scatenando.

La paura, dichiarata nelle righe del New York Times e percepita in quelle del rapporto Usa, è che allo studio venga applicata ora la censura del presidente che non crede ai cambiamenti climatici. Ed è stato proprio Trump a dire di non “credere”, come se si trattasse di una materia teorica, come se si potesse non credere a un accadimento reale, e non di non condividere le conclusioni della scienza. Secondo il NYT il ministero dell’agricoltura avrebbe infatti chiesto ai propri funzionari di non adoperare l’espressione “cambiamento climatico”, ma di preferire altre locuzioni come “situazioni meteorologiche estreme”. Nella storia, quella con la S maiuscola, non credere alla scienza non ha mai portato ottimi frutti né gioa e felicità agli umani, ma è una pratica che dai vaccini al clima sembra essere tornata di moda.