Comunione divorziati risposati? Scalfari: sì. Padre Lombardi: no

di Edoardo Greco
Pubblicato il 4 Novembre 2015 - 06:11 OLTRE 6 MESI FA
Comunione divorziati risposati? Scalfari: sì Padre Lombardi: no

Foto LaPresse – Stefano Costantino
03/11/2015 – Papa Francesco celebra la Santa Messa in suffragio dei Cardinali e Vescovi defunti nel corso dell’anno nella Basilica di San Pietro, Città del Vaticano.

CITTÀ DEL VATICANO – Il Sinodo dei vescovi sulla famiglia voluto da Papa Francesco è finito e una domanda è rimasta per i non addetti ai lavori: ma i divorziati risposati potranno o non potranno fare la comunione? Sì, stando alle parole di Bergoglio riportate nell’editoriale domenicale di Eugenio Scalfari su Repubblica. No, stando alla smentita di padre Federico Lombardi, che ancora una volta si è trovato nella posizione di chi ritiene non attendibile quello che scrive il giornalista vivente più autorevole d’Italia.

Padre Lombardi, intervistato dal National Catholic Register, un giornale conservatore americano, ha smentito un passaggio dell’editoriale di Scalfari (“Dalle miserie politiche alle alte visioni di Francesco“), quello in cui Papa Bergoglio afferma che saranno ammessi alla comunione “tutti i divorziati che lo chiedono”.

Il portavoce vaticano, rievocando passate smentite, ha ribadito: “Come già avvenuto in passato, Scalfari riferisce con virgolettati cosa il Papa gli ha presumibilmente detto, ma spesso non corrisponde alla realtà, poiché non registra né trascrive le esatte parole del Papa, come egli stesso ha detto molte volte. Per cui è chiaro che quello che viene riferito da lui nell’ultimo articolo in merito ai divorziati risposati non è in alcun modo affidabile e non può essere considerato il pensiero del Papa“.

Scalfari ha riportato una conversazione telefonica con il Papa, avvenuta lo scorso 28 ottobre, a conclusione del Sinodo sulla famiglia:

La famiglia, che è la base di qualsiasi società cambia continuamente come tutto cambia intorno a noi. Noi non dobbiamo pensare che la famiglia non esista più, esisterà sempre perché la nostra è una specie socievole e la famiglia è il puntello della socievolezza, ma non ci sfugge che la famiglia attuale, aperta come lei dice, contiene alcuni aspetti positivi ed altri negativi”.

“E come si manifestano queste diversità? Gli aspetti negativi sono l’antipatia o addirittura l’odio tra i nuovi coniugi e quelli di prima, se un divorzio c’è stato; lo scarso sentimento di fratellanza specie tra figli di genitori parzialmente o totalmente diversi; un diverso contenuto della paternità che oscilla tra l’indifferenza reciproca o la reciproca amicizia. La Chiesa deve operare in modo che gli elementi positivi prevalgano sui negativi. Questo è possibile e questo faremo“.

“Il diverso parere dei vescovi fa parte della modernità della Chiesa e delle diverse società nelle quali opera, ma l’intento è comune e per quanto riguarda l’ammissione dei divorziati ai Sacramenti conferma che quel principio è stato accettato dal Sinodo. Questo è il risultato di fondo, le valutazioni di fatto sono affidate ai confessori ma alla fine di percorsi più veloci o più lenti tutti i divorziati che lo chiedono saranno ammessi”. Scalfari conclude: “Questo è stato il contenuto della nostra telefonata. Con un’altra informazione di Francesco che mi ha detto: a marzo scriverò un lungo saggio sulla Chiesa missionaria e i suoi obiettivi. Poi, telefonicamente, ci siamo abbracciati”.