Corea del Nord: Papa Francesco al lavoro per la mediazione con gli Usa. Vertice a Roma

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Ottobre 2017 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA
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Corea del Nord: Papa Francesco al lavoro per la mediazione con gli Usa. Vertice a Roma

ROMA – Corea del Nord: Papa Francesco al lavoro per la mediazione con gli Usa. Vertice a Roma. Il Vaticano lavora per mettere a punto una mediazione che fermi un conflitto che potrebbe causare migliaia di morti e cambiare gli equilibri del mondo. Lo scrive oggi ‘Repubblica’ in prima pagina riferendosi alle tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord e al connesso rischio di conflitto nucleare.

“Il segno tangibile dell’intervento papale nella crisi nordcoreana – scrive il quotidiano – è il Vertice mondiale per il disarmo nucleare voluto da Papa Francesco il 10 e 11 novembre. Un assise che si terrà in Vaticano e dove la Santa Sede sarà rappresentata dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e il card. Peter Tukson, Prefetto del dicastero per lo Sviluppo umano integrale”. Prevista poi la partecipazione anche di undici Premi Nobel per la Pace. Ad aprire i lavori sarà proprio l’intervento di Papa Francesco .

“Un discorso che ci si aspetta essere molto più che un semplice appello a fermare la corsa alle armi”, si legge su Repubblica. L’intervento del Papa al vertice per il disarmo nucleare – si legge ancora sul quotidiano ‘la Repubblica’ -, al quale prenderanno parte anche rappresentanti dell’Onu e della Nato, è il risultato dei contatti già intrapresi con i maggiori protagonisti della crisi e con i loro alleati per impedire che inneschino un processo irreversibile.

“Richiamare l’attenzione sul nucleare come strumento di morte e trovare una strada per eliminarlo è una delle priorità del Papa”, spiega al giornale chi sta preparando la conferenza. Monsignor Silvano Tomasi, delegato del Papa sulle politiche del disarmo nucleare, sottolinea: “La preparazione di questa iniziativa era iniziata ben prima che i titoli dei giornali si concentrassero sulla Corea del Nord ma è evidente che ora siamo di fronte al rischio di uso dell’atomica”.