Datagate, Emma Bonino: “Spiare alleati non è carino, ma l’amicizia resta”

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2013 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA
Datagate, Emma Bonino: "Spiare alleati non è carino, ma l'amicizia resta"

Datagate, Emma Bonino: “Spiare alleati non è carino, ma l’amicizia resta”

ROMA – La vicenda ”è molto spinosa”, ”aspettiamo risposte” ma ”siamo fiduciosi”: ”tra Stati Uniti, Italia, Europa c’è spirito di collaborazione e amicizia”. Lo dice al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Emma Bonino in merito alla notizia dello spionaggio degli Usa in Europa. ”Certo – ammette – spiarsi tra alleati non è carino: ma basta leggere qualsiasi spy story per capire che se ne sono sempre viste di tutti i colori”.

Questa vicenda ha i suoi aspetti ironici – osserva Bonino – Vedere la Russia, così ‘attenta’ nel controllare capillarmente i propri cittadini, trasformarsi in paladina della libertà, fa sorridere. L’importante è che gli Usa forniscano tutte le spiegazioni per evitare il blocco delle trattative sull’area di libero scambio tra le due sponde”. Il ministro parla delle aree piu’ ‘calde’ del Mediterraneo, a cominciare dall’Egitto, dove a suo avviso ”pesano le riforme non fatte e il rinvio delle elezioni politiche che avrebbero potuto stemperare la tensione”.

In Turchia, ”con la recente decisione del Consiglio europeo, siamo riusciti” a tenerla ”ancorata all’Europa”. In Libia invece ”possiamo sicuramente essere più efficaci per sostenere la transizione. Abbiamo un’approfondita conoscenza della situazione”. Nel processo di pace israelo-palestinese ”l’Italia sostiene con forza il tentativo difficilissimo del segretario di Stato John Kerry”, prosegue, ”Israele e Palestina devono capire che questa è l’ultima occasione per arrivare a ‘due popoli, due democrazie”’.

Soddisfatta dell’ingresso della Croazia nella Ue: ”Questa regione – spiega a proposito dei Balcani – è testimonianza anche dell’impegno della mia famiglia politica radicale per tanti anni, dal Consiglio Federale a Zagabria sotto le bombe, alla presenza di Pannella ed altri radicali a Viesnik e Vukovar, all’istituzione del Tribunale ad hoc e poi da Commissaria”. In Iran, conclude, ”penso si debba offrire una possibilita’ non tanto ai vertici quanto al popolo stesso iraniano”.