Il tunnel della disoccupazione Usa: poche vie d’uscita fino al 2020. Obama rischia

Pubblicato il 27 Giugno 2011 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA
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(Ap photo)

NEW YORK – Detroit ha perso oltre 323 mila posti di lavoro, Reno 36 mila e probabilmente prima del 2021 non ci sarà nessun coniglio dal cilindro da tirar fuori per risollevare l’occupazione. L’America di Barack Obama e della lotta al terrorismo, quella dell’avanguardia tecnologica e che apre sempre più a matrimoni gay, soffre e soffrirà di una ferita profonda e inguaribile, almeno nei prossimi dieci anni.

E’ un’analisi che sfoglia le città Usa come pagine di un libro triste, quello della recessione che in meno di tre anni ha tolto lo smalto a tante città. L’ha raccolta il New York Times in un articolo di Motoko Rich: oltre a Detroit ci sono Cleveland e Dayton in Ohio, Atlantic City in New Jersey.

Il gap occupazionale stenta a colmarsi e l’economia difficilmente riuscirà a riportare sulla ruota quei 13,9 milioni di americani che sono scesi negli anni duri del post Lehman Brothers.

Stando ai dati dell’Ihs Global Insight Colorado, incrociati con quelli del Dipartimento del Lavoro, almeno fino alla prima metà del 2014 in nessuna delle 363 aree metropolitane prese in esame, si ritornerà ai livelli pre-recessione.

La regione di Los Angeles, che ha perso 537 mila posti di lavoro, non ritornerà in carreggiata prima del 2018 e l’attuale tasso di disoccupazione al 9.1% non accennerà a scendere molto presto fino a raggiungere quel 4.4% del periodo prima della crisi.

A New York e tutta l’area regionale invece tutto potrebbe tornare entro due anni alla normalità, perché il settore finanziario ha perso molti meno impieghi di quanto ci si aspettasse inizialmente, nonostante siano stati bruciati 385 mila posti di lavoro.

Nessun presidente americano da Franklin Roosevelt  ha ottenuto un secondo mandato con un tasso di disoccupazione superiore al 7,2%, ma ora a diciassette mesi dalle elezioni, il problema “occupazione” rischia di complicare la rielezione del presidente Barack Obama. Il mercato del lavoro è debole: le richieste di sussidio alla disoccupazione sono scese solo di 6 mia unità a 442 mila, ma secondo gli economisti l’economia crea occupazione quando le richieste sono inferiori a quota 400 mila.