Donald Trump, una cospirazione per distruggerlo? Dopo Flynn il prossimo…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Febbraio 2017 - 05:43 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – A Washington è in atto una cospirazione per distruggere il cerchio magico di Trump? Devin Nunes, deputato repubblicano sostiene che Flynn fosse l’antipasto, Kellyanne Convay sarà la prossima e Trump “il piatto principale”.

Il deputato afferma che vede una precisa modalità nella fuga di notizie che hanno portato alle dimissioni di Micheal Flynn, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca nominato da Trump.

Nunes, presidente dell’House Permanent Select Committee on Intelligence, parlando di sicurezza nazionale con l’editorialista di Bloomberg View, Eli Lake, sostiene che Flynn potrebbe essere solo il primo tassello del cerchio magico di Trump, caduto a causa di nemici all’interno del governo USA.

“Il primo è stato Flynn, la prossima sarà Kellyanne Conway, poi sarà il turno di Steve Bannon e di Reince Priebus”, afferma il deputato.

Una delle cose più importanti della questione Flynn, sottolinea Lake, è il contenuto della sua conversazione con l’ambasciatore russo Sergey Kislyak, chiaramente controllata dal governo e poi, così facilmente uscita fuori.

In quel momento, Flynn stava diventando consigliere per la sicurezza nazionale, ma la sua corrispondenza era monitorata dall’FBI o dall’NSA, scrive Lake, aggiungendo che “Normalmente le intercettazioni di funzionari e cittadini degli Stati Uniti sono mantenute strettamente segrete”.

Ma non in questo caso, che ha spinto Nunes a insinuare che la questione non quadra. “Sembra ci sia uno sforzo ben orchestrato per attaccare Flynn e altri nell’amministrazione” ha detto Nunes a Lake.

Giorni dopo, mentre Trump incontrava i leader stranieri, sono trapelati imbarazzanti dettagli, tra cui che il presidente, al telefono con Putin, abbia chiesto assistenti per un trattato sulle armi nucleari, e che lui e il primo ministro australiano Malcolm Turnbull, abbiano avuto un botta e risposta su un piano di reinsediamento dei rifugiati della presidenza Obama.

A Robin Townley, uno dei vice di Flynn, è stato negato un nulla osta di sicurezza dalla CIA, riporta Politico citando due fonti anonime, che hanno impedito a Townley di entrare nel Consiglio di Sicurezza Nazionale.

Nunes ha detto Lake che ha intenzione di chiedere all’FBI di indagare sulle dimissioni di Flynn e scoprire se fosse oggetto di un’indagine della polizia. Il Washington Post ha riferito che in precedenza Flynn non veniva monitorato dall’FBI.

Il New York Times, ha riferito che Flynn ebbe una conversazione con l’FBI riguardante la telefonata con l’ambasciatore: erano preoccupati che non avesse detto loro tutta la verità.

“Flynn era un obbiettivo sostanzioso per la sicurezza nazionale”, scrive Lake, “Aveva coltivato una reputazione come riformatore e critico feroce dei leader della comuntà d’intelligence che una volta aveva servito, quando era a capo della Defense Intelligence Agency nella presidenza Obama”.