Elezioni Usa, duello finale. Clinton: “Trump mina vagante”. Trump: “Io meglio della Brexit”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2016 - 08:14 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni Usa, duello finale. Clinton: "Trump mia vagante". Trump: "Io meglio della Brexit"

Elezioni Usa, duello finale. Clinton: “Trump mia vagante”. Trump: “Io meglio della Brexit”

WASHINGTON – Duello finale tra Donald Trump e Hillary Clinton. Oggi gli Stati Uniti votano il suo 45esimo presidente e in una campagna elettorale fatta di accuse e colpi bassi, i due candidati nell’ultimo giorno non si sono ovviamente risparmiati. “Trump è una mina vagante, va fermato”, dice Clinton. “Io meglio della Brexit”, dice invece Donald Trump. CLICCA QUI PER LEGGERE COME SI VOTA NEGLI USA, ORARI DEL VOTO E QUANDO SAPREMO CHI SARA’ IL NUOVO PRESIDENTE. 

”Facciamo la storia”. Hillary Clinton, accompagnata da Michelle e Barack Obama, dal marito Bill e dalla figlia Chelsea, si avvia a chiudere la campagna elettorale. E lo fa con un bagno di folla, di fronte a 33.000 persone riunite all’Indipendence Mall. ”Trump è una mina vagante” e queste elezioni sono ”test” per il futuro, dice Hillary assicurando che sarà il presidente di tutti. E che soprattutto non consentirà a nessuno di intaccare i progressi fatti con Obama: ”non consentirò a nessuno di farci tornare indietro”. A introdurre la candidata democratica sul palco è proprio il presidente americano, che la definisce ”fantastica” e invita tutti ad andare a votare. ”Scommetto su di voi come voi avete scommesso su di me. Scommetto che l’A,erica respingera’ la politica del risentimento, e che invece della paura sceglierà la speranza” afferma Obama. Hillary Clinton è una ”mia ispirazione” mette in evidenza Michelle, descrivendo la candidata democratica come un ”leader di cui possiamo fidarci”.

Michelle emozionata ringrazia gli americani per la chance che hanno offerto alla sua famiglia con la Casa Bianca e si dice orgogliosa di quanto fatto da Barack Obama presentandolo sul palco per l”ultima volta da presidente”. A stregare il pubblico sono anche le esibizioni di due degli idoli musicali più amati dagli americani, Bon Jovi e Bruce Springsteen, entrambi del New Jersey ed espressione della classe operaia. Una classe operaia che è l’ossatura della Pennsylvania, uno degli swing state che Clinton spera di conquistare. “Clinton – dice il Boss – rappresenta una visione dell’America in cui tutti contano e il risultato di domani sara’ chiaro, le idee di Trump affonderanno”. ”Il mondo ci sta guardando” afferma Bon Jovi. Fra il pubblico c’è speranza e fiducia sull’esito del voto. “Deve vincere, deve vincere. Sa come va il mondo – sono le parole di Aleen Contel -. Trump non è affatto professionale, ha un cattivo temperamento e non si parla alla gente nel modo in cui fa lui”. “Sono sempre stata una repubblicana ma questa volta voto democratici. I Repubblicani hanno fatto un pessimo lavoro nella scelta del candidato – dice Rebecca Miller, 25 anni, commessa -. Trump è matto, non pensa prima di parlare e temo anche che con lui sono a rischio i diritti delle donne, e siamo nel 2017. Credo che la Clinton sia piu’ adeguata di lui, ha sicuramente più esperienza”.

Hillary è il volto del fallimento. Ora è arrivato il momento di un cambiamento reale”. Donald Trump lancia invece il suo appello da Scarnton, in Pennsylvania. Il candidato repubblicano sbarca ad Electric City per la sua ultima grande adunata, nello stato che deve vincere a tutti i costi se vuole portare a casa la presidenza degli Stati Uniti. Poco prima dell’inizio del comizio un aereo sorvola il Lackawanna College Student Union e chiama a raccolta il popolo del tycoon: “Salvate l’America, Votate Trump”, recita il banner sopra i cieli della città che per prima introdusse l’illuminazione elettrica per uso commerciale nel 1880. L’atmosfera all’interno della palestra è euforica, la maggioranza silenziosa del miliardario newyorkese è fiduciosa nella vittoria. Come Jane, che ha guidato fin qui da Pittsburgh, dove vive, per non perdersi l’appuntamento: “Questa sarà una giornata storica”, assicura.

“Siamo fiduciosi, vincerà – le fanno eco Mark e Oriette, marito e moglie accaniti fan del re del mattone – con un margine stretto, ma vincerà”. I sostenitori di Trump ripetono come un mantra che “lui è l’unico ingrato di riportare i posti di lavoro negli Usa”. E soprattutto “cancellerà l’Obamacare, una legge disastrosa che ha messo in difficoltà tante famiglie”. Prima del tycoon a salire sul palco è uno dei suoi fedelissimi, l’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani. “E dicono che la Pennsylvania e’ indecisa…ma per favore!”, dice alla folla che lo accoglie con un’ovazione. Poi arriva The Donald, e la platea esplode. Anche quando sferra l’ennesimo duro attacco ai media. “Restituiremo i posti di lavoro ai minatori e alle tute blu”, assicura nella città al centro della Coal Belt, la zona del carbone.

“Hillary è il volto del fallimento. Guardate cos’ha fatto con le email. Il cambiamento inizierà immediatamente con la sostituzione dell’Obamacare”, aggiunge, prima di lasciare la Pennsylvania verso New Hampshire e Michigan, ultimi due blitz di una campagna elettorale che comunque vada a finire rimarrà nella storia. La questione delle email continua a tenere banco al Lackawanna Student College Union, e per il popolo del tycoon la notizia che l’Fbi ha chiuso l’indagine sulla candidata democratica è solo l’ultima prova dell’enorme potere del clan Clinton. “Penso che sia una decisione terribile, ma comunque è arrivata troppo tardi per cambiare i giochi – spiega Amanda, una donna di mezza età con la spilla ‘Make America Great Again’ ben in vista sul bavero della giacca, – Tutti sanno chi è lei”. E Trump lo ripete all’ossesso: “Hillary è corrotta. E’ la lunga mano di Wall Street, di interessi di parte. E dei suoi interessi”.