Dall’espulsione degli italiani al bacio di Berlusconi: 42 anni da Rais

Pubblicato il 20 Ottobre 2011 - 18:30 OLTRE 6 MESI FA

Muammar Gheddafi (Foto LaPresse)

SIRTE, 20 OTT – Cala il sipario su Muammar Gheddafi. Il Colonnello, il Rais, il profeta dell’Africa unita e del panarabismo, nemico del colonialismo, esce di scena oggi, dopo 42 anni in cui ha guidato incontrastato la Libia e dominato spesso la scena internazionale.

Amico-nemico per molti, sempre pronto a stupire e provocare come quella volta – erano solo due anni fa – quando atterrando a Roma per la prima volta dopo il Trattato che ha riconciliato Roma e Tripoli, scese dall’aereo con appuntato sul bavero della sua uniforme speciale, la foto del “Leone del Deserto”, martire del colonialismo italiano.

Ecco una sintesi dei suoi quattro decenni alla guida del Paese:

– 1 Settembre 1969. Il 27enne colonnello Gheddafi, contrario al governo dell’anziano re Idriss al Senoussi, ritenuto troppo debole nei confronti di Francia e Stati Uniti, rovescia il regno con un colpo di Stato incruento, prende Tripoli, e proclama la Repubblica, di cui diventa la massima autorità, fregiandosi del solo titolo di Guida della Rivoluzione.

– Ottobre 1970. Gli italiani residenti in Libia, dopo progressive restrizioni ordinate da Gheddafi, sono espulsi dal Paese.

– 1976. Viene pubblicato il Libro verde della rivoluzione, con cui il leader libico enuncia i suoi principi politici e filosofici, a favore del panarabismo e contro il marxismo e il capitalismo.

– 1977. Nasce la Jamahiriya, “lo stato delle masse”, con cui Gheddafi, unica guida della Libia, ribattezza il Paese.

– Dicembre 1979. Gli Usa iscrivono la Libia nella lista dei Paesi che sostengono il terrorismo, dopo che a Tripoli, durante una manifestazione, viene incendiata l’ambasciata americana.

– Aprile 1986. In seguito all’attentato (3 vittime e 250 feriti) alla discoteca berlinese “La belle”, frequentata da militari statunitensi, il presidente americano Ronald Reagan dà l’ok per una rappresaglia: nella notte tra il 14 e il 15 aprile gli Usa bombardano Tripoli e Bengasi, distruggendo la residenza di Gheddafi e uccidendo la figlia adottiva. Il colonnello, avvisato dall’Italia di Craxi e Andreotti, si salva. Per ritorsione la Libia lancia due missili contro la stazione radio Loran della guardia costiera degli Usa, situata sull’isola di Lampedusa.

– Marzo 1992. Embargo aereo e militare dell’Onu contro la Libia, seguito poi da sanzioni economiche.

– Marzo 1999. Gheddafi annuncia che i sospettati dell’attentato di Lockerbie detenuti in Libia, saranno trasferiti in Olanda, quindi a processo in Gran Bretagna.

– Marzo 2001. Gheddafi, in un summit a Sirte, in Libia, è tra i principali sostenitori della nascita dell’Unione Africana.

– Agosto 2003. La Libia riconosce la responsabilità di alcuni suoi dirigenti nella strage di Lockerbie, l’attentato a bordo di un aereo della Pan Am che nel dicembre 1988 provocò 270 morti, e si impegna a risarcire i familiari delle vittime.

– Dicembre 2003. Dopo la guerra in Iraq, Gheddafi annuncia lo smantellamento del programma nucleare libico.

– Giugno 2006. Gli Usa cancellano la Libia dalla lista nera.

– 30 Agosto 2008. Trattato di amicizia italo-libico, che pone fine a un lungo contenzioso coloniale tra i due paesi.

– Settembre 2008. Visita a Tripoli del segretario di stato Usa Condoleezza Rice. Da 55 anni un capo della diplomazia americana non metteva piede in Libia.

– Febbraio 2011. Esplode a Bengasi la rivolta contro Muammar Gheddafi. Dopo sei mesi di guerra e l’intervento della Nato i ribelli entrano a Tripoli il 21 agosto, mettendo in fuga il rais. Oggi la sua cattura a Sirte e la morte per le ferite riportate.