G8/ Blindatura di sicurezza a rovescio: dal casello di Bussi si entra ma non si esce e i cantieri di Bazzano e Cesa di Preturo sono chiusi da domenica, si rianimano con operai “comparse” per la visita di Berlusconi e la Merkel

Pubblicato il 8 Luglio 2009 - 14:48 OLTRE 6 MESI FA

laquilag82G8 che funziona, ma sempre Italia è. E un po’ di “G8 de noartri” spunta fuori, sia pure fuori dalle cronache ufficiali. L’Aquila che accoglie il G8 è una città blindata. Le montagne che la circondano sono disseminate di batterie con missili terra-aria a difesa della caserma della Guardia di Finanza di Coppito, dove i grandi della Terra si riuniscono da oggi per decidere le sorti del Pianeta. La cintura di sicurezza è massimamente stretta, però da qualche buco si entra ma non si esce.

Da quanto riferisce una fonte del presidio di “Libera”,  nato a L’Aquila ai primi di giugno per la ricostruzione, ad esempio, al casello di Bussi sulla strada statale 17 in entrata all’Aquila i controlli sono quasi inesistenti, mentre volanti della polizia e dei carabinieri controllano i veicoli in uscita. Un fonogramma letto a rovescio?

Dal presidio di Libera apprendiamo anche che la tentazione di far teatro non muore mai. Da domenica sono stati chiusi due cantieri per la ricostruzione delle case distrutte dal terremoto, quelli di Bazzano e Cese di Preturo, visibili dalla strada statale 17 che collega L’Aquila a Onna. Dal fine settimana sono sparite dai due cantieri  gru e operai.  Ma lo stesso cantiere di Bazzano è quello visitato da Silvio Berlusconi e Angela Merkel. Per l’occasione sono rispuntati un centinaio di operai “comparse”, e sono state messe tutta una serie di gru in semicerchio. Insomma, sceneggiatura.