Gb. Scandalo bancario coinvolge alti esponenti partito conservatore

Pubblicato il 7 Luglio 2012 - 14:25| Aggiornato il 11 Luglio 2012 OLTRE 6 MESI FA

David Cameron

LONDRA, GRAN BRETAGNA – Lo scandalo dei tassi d’interesse truccati si allarga e finisce per coinvolgee anche esponenti di spicco del partito Conservatore. Uno su tutti Michael Fallon, vicepresidente dei Tory e sostenitore del premier David Cameron nonchè membro della commissione parlamentare per il Tesoro, ovvero quella che deve torchiare l’ad di Barclays Bob Diamond.

Il premier, nel frattempo, rilancia sull’Europa e si dice “pronto a considerare l’ipotesi di un referendum sull’UE”. Dopo il vertice salva euro di Bruxelles il primo ministro ha rotto il tabù anche se ha subito sottolineato che è fondamentale dare al popolo britannico una “vera scelta” e si è detto in disaccordo con chi spinge per uscire dall’unione. Sbaglia insomma chi chiede un referendum “dentro o fuori” da tenersi “il prima possibile”.

 “Un no  all’unione avrebbe poi profondi svantaggi”, ha proseguito, ”perchè ogni tentativo di cambiare il rapporto della Gran Bretagna con l’Europa verrebbe liquidato con la scusa che il popolo si è già espresso”. Meglio quindi per ora continuare a danzare. “Ci saranno nuovi accordi, probabilmente nuovi trattati, e in quel caso noi potremo portare avanti i nostri interessi, salvaguardare il mercato unico e restare al di fuori di un’Europa federale”.

Sul fronte dello scandalo bancario i grattacapi per il premier sono parecchi. Stando a quanto ricostruito dall’Independent, Fallon è stato nel consiglio di amministrazione della banca d’affari Tullett Prebon dal 2006 al 2010. Si è dimesso quando ha cercato di farsi eleggere presidente della commissione ma poi, visto che non ci è riuscito, ha ripreso il suo incarico.

L’istituto, dice il giornale, non è sotto indagine ufficiale della Financial Services Authority (FSA) ma, vista la sua prominente posizione nel settore del Libor, ha ricevuto una “richiesta di cooperazione”. “E’ probabile che prima o poi scatti un’inchiesta”, ha detto una fonte della City al giornale. La casa di brokeraggio Tullett Prebon, dal canto suo, ha emesso un comunicato in cui dice che la società, “come probabilmente avvenuto per tutti gli operatori della City”, ha risposto a “richieste d’informazioni” da parte del regolatore. “Al momento non abbiamo avuto bisogno di sospendere o sanzionare nessun dipendente in connessione con l’inchiesta”.

Per Cameron però i guai non finiscono qui. Anche Michael Spencer, consulente del premier ed ex tesoriere del partito, è nel mirino della FSA. La sua società, la ICAP, è una di quelle accusate di aver preso parte alla frode per truccare i tassi d’interesse del prestito interbancario.

Inoltre è emerso che dubbi sull’onestà del Libor erano già emersi cinque anni fa e la Banca d’Inghilterra affrontò la questione in due incontri con alcuni dei maggiori istituti finanziari della City. Secondo diversi esponenti del partito laburista, che ora chiede a gran voce una commissione d’inchiesta sull’operato delle banche, Fallon deve rispondere a “serie domande” e deve dichiarare un interesse di parte in occasione della riunione della commissione Tesoro si riunirà.