Gb. Impero immobiliare del Vaticano in zone più ricche e prestigiose di Londra

Pubblicato il 23 Gennaio 2013 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA, GRAN BRETAGNA – Dal negozio di Bulgari su New Bond Street ad un edificio nell’elegantissima zona di St. James’s. In una piazza all’angolo con Pall Mall, la strada dei club piu’ esclusivi. Qui, tra questi scorci ricchissimi della Londra piu’ prestigiosa, il quotidiano britannico Guardian ha scovato un tesoro ben nascosto dietro le facciate eleganti: un impero immobiliare che fa capo al Vaticano.

E’ il risultato di un’inchiesta condotta dal giornale che ha suscitato l’immediata reazione Oltretevere: Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, si e’ detto ”stupefatto”, parlando di notizie che sembrano provenire da qualcuno che “sta tra gli asteroidi”.

Un commento dovuto anche al fatto che il giornale, oltre a rivelare l’esistenza dell’impero immobiliare del Vaticano – non solo a Londra, di indirizzi ‘preziosi’ ne cita diversi – sottolinea come in origine questo patrimonio derivi dai cospicui contributi economici che Benito Mussolini riconobbe alla Santa Sede in occasione del riconoscimento del regime fascista da parte del Papa con i patti Lateranensi.

Da allora, mattone dopo mattone e meglio se del valore a piu’ zeri, il Vaticano ha costruito il suo invidiabilissimo catalogo di proprieta’. Padre Lombardi pero’ ridimensiona la notizia e anche il lavoro di giornalismo investigativo delle tre firme messe dal Guardian sulle tracce di questa storia le cui informazioni sono state ripescate dagli archivi storici.

Lombardi in sostanza dice che si sapeva gia’, che ”sono cose note da 80 anni”, con il Trattato del Laterano e ”chi voleva una divulgazione del tema a livello popolare si poteva leggere il libro ‘Finanze vaticane’ di Benni Lai”. E che l’Apsa, cioe’ la Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica abbia una sezione ”straordinaria – ha aggiunto il portavoce vaticano – e’ scritto anche sull’elenco telefonico del Vaticano”.

L’inchiesta del Guardian non si limita pero’ alla “storia” su come il Vaticano abbia messo insieme proprieta’ per oltre 500 milioni di sterline, circa 650 milioni di euro, ma rivela come il tutto sia protetto da un meccanismo dalle maglie strettissime.

Secondo quanto riferito dal giornale, la Santa Sede si avvale di una struttura di societa’ offshore e che i referenti individuati, alla richiesta del giornale di rendere nota la proprieta’, si sono trincerati dietro la facolta’ di mantenere quelle informazioni riservate. La societa’ segnalata dal Guardian e’ la British Grolux Investment Ltd, che e’ formalmente titolare delle proprieta’ immobiliari. Secondo The Guardian, la responsabilita’ della societa’ farebbe capo a due banchieri inglesi, John Varley e Robin Herbert, che pero’ non hanno rilasciato dichiarazioni al quotidiano.