Internet e privacy: Usa vogliono deregolamentazione totale. Leggi il leak segreto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2014 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA
Internet e privacy: Usa vogliono deregolamentazione totale. Leak su Tisa segreto

Internet e privacy: Usa vogliono deregolamentazione totale. Leak su Tisa segreto

ROMA – Internet e privacy: Usa vogliono deregolamentazione totale. Il documento segreto. “Confidential”, segreti sono i termini di accordo sul commercio dei servizi (Tisa, trade in services agreement)) in discussione tra 23 paesi (tra cui l’Italia): un leak, un buco sulla cortina di segretezza, ha appena svelato la pressione degli Usa sugli altri paesi per liberalizzare il mercato dei dati, in vista dell’abbattimento delle regolamentazioni nazionali in materia di circolazione, conservazione, scambio dei dati personali, e-commerce, net-neutrality.

Un favore alle multinazionali Usa (AT&T, IBM, HP e Google) e al suo Governo che darebbe il colpo di grazia a ogni limitazione regolamentare per proteggere la privacy, è l’accusa, ampiamente condivisa in Europa che in materia sta provvedendo ad aggiustare la legislazione in senso contrario, della rete Associated Whistle Blowing, una specie di Wikileaks che si oppone alla deregolamentazione dell’economia digitale.

Il documento (leggi qui) doveva rimanere segreto, e già questa appare come una conferma della mancanza di trasparenza su un accordo calato dall’alto e al di fuori del controllo di parlamenti e opinione pubblica.

“La proposta USA mira ad avvantaggiare la propria industria ICT che fornisce servizi a livello globale, soprattutto attraverso il commercio elettronico” spiegano Jane Kelsey, docente di legge a Auckland, e Burcu Kilic, di Public Citizen, think-tank americano. “Si vuole, in sostanza, proteggere il vantaggio competitivo americano e il monopolio dei diritti sulla proprietà intellettuale e sulla tecnologia”.

Non si conosce lo stato attuale della discussione, ma la proposta americana conferma l’indirizzo dell’accordo UE-USA del 2011 sui principi del commercio dei servizi ICT, ovvero promuovere l’accesso e la distribuzione dell’informazione, delle applicazioni e dei servizi scelti dai consumatori, senza alcuna restrizione al trasferimento dei dati tra i paesi, né imposizioni ai fornitori di utilizzare infrastrutture locali. (La Repubblica)

Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, esprime tutta la sua preoccupazione:

Intere catene del valore di molteplici settori si sono accorciate, se non annullate, con una concentrazione di ricchezza senza precedenti nelle mani pochissime multinazionali con sede negli USA e conti off-shore, con informazioni delicate nelle mani di pochi e senza alcun controllo e una privacy palesemente violata.

Cinema, musica, commercio, turismo, informazione sono i comparti che per primi ne hanno pagato il prezzo. Restar fermi, in attesa del ricatto della multinazionale di turno che dice ‘non pago i contenuti (il lavoro in rete) e se non ti sta bene, non faccio il servizio e ti ignoro o addirittura ti oscuro’, è politicamente delittuoso”. (Ansa)