Iran, Donald Trump non certificherà accordo sul nucleare

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2017 - 23:15 OLTRE 6 MESI FA
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Iran, Donald Trump non certificherà accordo sul nucleare

WASHINGTON – Donald Trump intende annunciare la prossima settimana che non certificherà il rispetto dell’accordo nucleare da parte dell’Iran, sostenendo che non è nell’interesse degli Usa. Così facendo il presidente Usa passerà di fatto la palla al Congresso, che avrà poi 60 giorni di tempo per decidere se imporre le sanzioni revocate in base all’intesa.

L’anticipazione è riportata dal Washington Post che cita persone informate sulla strategia che la Casa Bianca sta ridefinendo per l’Iran. Una strategia più ampia e più dura, che va oltre l’accordo nucleare e che Trump dovrebbe illustrare in un discorso il 12 ottobre, tre giorni prima della scadenza per certificare o meno l’intesa.

In quell’occasione dovrebbe spiegare cosa intende fare contro uno Stato che accusa di sponsorizzare il terrorismo e di minare la stabilità regionale, anche con la prosecuzione del suo programma di missili balistici. “Ho preso la mia decisione”, aveva annunciato durante l’assemblea generale dell’Onu, dopo aver definito un “imbarazzo” l’accordo, fortemente voluto dal suo predecessore Barack Obama. Da allora sono filtrate solo indiscrezioni in senso negativo, come quella di giovedì, anche se le fonti sottolineano che il piano del tycoon non è completamente definito e potrebbe cambiare.

Trump tuttavia per ora si asterrebbe dal raccomandare al Congresso di reintrodurre le sanzioni, che farebbero di fatto cadere l’accordo, secondo quattro fonti vicine al presidente. L’obiettivo vero sarebbe quello di creare pressione per rafforzarlo, facendo scattare la clessidra dei 60 giorni. Una sorta di ultimatum, di pistola puntata alla testa. E’ l’approccio “fix or nix it” (correggerlo o bloccarlo) suggerito sia dal premier israeliano Benjamin Netanyahu che dal senatore Tom Cotton, uno dei falchi repubblicani sull’Iran.

Ma è un espediente rischioso, anche perché il presidente iraniano Hassan Rouhani ha ribadito che Teheran non intende rinegoziare l’intesa. Lo ha ripetuto oggi a Roma anche il capo dell’Agenzia atomica iraniana (Aeoi) intervistato dalla tv pubblica iraniana (Irib), ammonendo che “se gli Usa lasciano l’accordo sul nucleare e gli altri fanno altrettanto, l’accordo sarà finito” ma precisando che “se lo faranno solo gli Usa, il nostro comitato di monitoraggio dell’accordo prenderà una decisione in proposito”.

Anche gli altri firmatari dell’accordo sono contrari, a partire da Russia, Cina e Ue. Il presidente francese Emmanuel Macron, pur difendendo l’intesa, ha però aperto una breccia, dicendosi favorevole a qualche aggiustamento. Nell’amministrazione Usa non mancano le divergenze. Proprio nei giorni scorsi il capo del Pentagono James Mattis, pur essendo ostile a Teheran, ha spezzato una lancia a favore dell’accordo in una audizione al Congresso, sostenendo non solo che l’Iran “ha rispettato sostanzialmente” l’intesa ma che essa “è nell’interesse degli Usa” e che quindi il presidente “dovrebbe considerare di mantenerla”.

Strappare l’accordo significherebbe inoltre aprire una nuova crisi, un nuovo dossier nucleare, con quello nordcoreano più aperto che mai. E potrebbe togliere alla Casa Bianca l’arma di un eventuale negoziato, alimentando la sfiducia di Pyongyang nel rispetto degli accordi da parte di Trump.