Scienziato nucleare rapito, l’Iran accusa gli Usa. Ma Washington nega

Pubblicato il 8 Giugno 2010 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA

Livia Leu Agosti

L’ambasciatore svizzero a Teheran, che cura anche gli interessi americani in Iran, è stato convocato l’8 giugno presso il ministero degli Esteri per ricevere una protesta ufficiale della Repubblica Islamica diretta agli Usa: oggetto della protesta è il presunto rapimento di uno scienziato nucleare iraniano, Shahram Amiri, che la Repubblica islamica afferma essere stato sequestrato dai servizi segreti americani.

I funzionari del ministero degli Esteri, scrive l’agenzia ufficiale iraniana Irna, hanno consegnato all’ambasciatore, Livia Leu Agosti, documenti che proverebbero le responsabilità di Washington nella sparizione dello scienziato.

Il 7 giugno la televisione di Stato iraniana ha trasmesso le immagini di un uomo che ha presentato come il suo cittadino, scomparso circa un anno fa durante un pellegrinaggio in Arabia Saudita. L’uomo, che dice di parlare da un luogo di detenzione negli Usa, afferma di essere stato rapito, drogato e torturato dalla Cia.

Non è stato spiegato come Amiri sarebbe riuscito a registrare il messaggio in prigionia e a farlo arrivare all’Iran. Lo scorso marzo la catena televisiva americana Abc aveva detto che Amiri aveva fatto defezione e stava cooperando con i servizi segreti Usa.

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, ha detto oggi che Teheran non è interessata ad uno scambio tra Amiri e tre americani detenuti a Teheran dal luglio dello scorso anno. Si tratta di Shane Bauer, di 27 anni, Sarah Shourd, di 31, e Josh Fattal, di 27, che affermano di essere stati arrestati dopo avere sconfinato per errore in territorio iraniano durante un’escursione in montagna nel Kurdistan iracheno.

Ma il ministro dell’Intelligence iraniano, Heydar Moslehi, li accusa di spionaggio. Il mese scorso le madri dei tre hanno ottenuto di recarsi a Teheran, dove hanno potuto incontrare i loro figli. Lo scienziato iraniano “è stato rapito, mentre i tre americani sono entrati illegalmente in Iran e devono essere giudicati in un processo”, ha affermato Mehman-Parast.

Interrogato durante il briefing dell’8 giugno, il portavoce del dipartimento di Stato Philip Crowley ha negato ogni responsabilità americana: “Abbiamo rapito uno scienziato iraniano? La risposta è no”, ha affermato.

Crowley si è rifiutato di precisare se Amiri si trovi in questo momento negli Stati Uniti. La Tv iraniana aveva mostrato ieri un video in cui lo scienziato affermava di essere stato rapito dai servizi segreti Usa e tenuto prigioniero in Arizona.