Kim Jong Un “vota” Donald Trump: “Saggio e lungimirante”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Giugno 2016 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
Kim Jong Un "vota" Donald Trump: "Saggio e lungimirante"

Kim Jong Un “vota” Donald Trump: “Saggio e lungimirante”

ROMA – Kim Jong Un “vota” Donald Trump: “Saggio e lungimirante”. A sorpresa, imprevisto, è giunto dalla Corea del Nord l’endorsement, il plateale appoggio del dittatore Kim Jong Un, non si sa quanto apprezzato, al candidato repubblicano alla Casa Bianca, il controverso miliardario Donald Trump.

E’ arrivato in forma di editoriale pubblicato su DPRK Today, non esattamente il quotidiano di regime, ma insomma il paese non spicca per pluralismo informativo: “Politico saggio, uomo lungimirante e di larghe vedute”, così è descritto Trump. Hillary Clinton, in puro stile Trump, è invece dileggiata come politica noiosa, da non votare perché troppo stupida.

L’endorsement pubblico appare come un tentativo di interlocuzione con l’unico candidato Usa che abbia proposto un negoziato diretto con Pyonyang sul programma nucleare aggressivo imposto da Kim.

“Parlerei con lui, non avrei problemi a parlare con lui”, ha dichiarato il tycoon il 17 maggio scorso, promettendo una ennesima svolta nella politica estera americana, che finora ha subordinato il dialogo a segnali di apertura di Pyongyang. Difficili, se stiamo alle dichiarazioni di Kim Jong Un che ha minacciato di spazzar via New York con la bomba a idrogeno.

La stessa città, peraltro, dove insieme al marito ha aperto da 18 anni una tintoria in incognito la zia di Kim Jong Un, di cui si prendeva cura quando frequentava le scuole in Svizzera. E’ lei, Ko Yong Suk, sorella della madre di Kim, l’unica che è stata in grado di fornire qualche informazione sul misterioso leader.

E’ stata lei a confermare che Kim Jong Un è nato nel 1984 e non nel 1982 o 1983 come precedentemente ritenuto. “Non è mai stato un ragazzo che creava problemi, ma è sempre stato irascibile e ha sempre mostrato una mancanza di pazienza. Quando sua madre gli chiedeva di smettere di giocare con i videogiochi o di studiare non discuteva, protestava con lo sciopero della fame”, ha riferito Ko.