Libia. I ribelli vogliono chiedere all’Onu di bombardare Gheddafi

di Licinio Germini
Pubblicato il 2 Marzo 2011 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA

Manifestazione di rivoltosi libici

BENGASI, LIBIA – Manifestando la loro frustazione per i finora vani tentativi di cacciare il leader libico Muammar Gheddafi, il cui potere pur diminuito resta ancora tenace, i capi dei ribelli stanno discutendo la possibilità di chiedere alle potenze occidentali di compiere attacchi aerei contro obiettivi cruciali del rais sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Nel tentativo di coinvolgere le Nazioni Unite il consiglio di oppositori, composto da legali, accademici, magistrati ed altri preminenti personagi, intende fare una distinzione tra quegli attacchi e un vero e proprio intervento straniero, cui è decisamente contrario.

 ”Siamo rimasti con due o tre aerei”, ha detto un portavoce del consiglio, Abdel-Hafid Ghoga, ”ma se l’intervento avvenisse sotto l’egida delle Nazioni Unite non sarebbe certo paragonabile ad un attacco di potenze straniere”.

Questa distinzione non è accettata da molti, e qualsiasi tipo di intervento esterno porta con sè gravi rischi. Le proteste antigovernative in Libia, come quelle in Tunisia, sono state sostenute dal popolo, con grande orgoglio per aver sconfitto gli autocrati senza aiuti esterni. Ma qualsiasi intervento esterno, rilevano gli analisti, anche con l’imprimatur delle Nazioni Unite, giocherebbe a favore di Gheddafi, che ha definito la rivolta un complotto delle potenze occidentali inteso ad occupare la Libia.

In ogni caso, non ci sono indicazioni secondo cui i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu approverebbero una simile richiesta da parte dei ribelli, nè che l’approverebbe la maggioranza dei libici. Tra i membri del Consiglio la Russia ha perfino escluso la creazione di una no-fly zone per impedire agli aerei di Gheddafi di bormbardare i dimostranti, e la Cina vota solitamente contro interventi esterni in crisi domestiche.

Ma i ribelli si rendono conto che la situazione militare che ha paralizzato il Paese è in fase di stallo, e i sostenitori degli attacchi aerei sostengono che potrebbero sloggiare Gheddafi dalle sue roccaforti, in particolare dal bunker del colonnello a Tripoli, chiamato Bab al-Aziziya, che contiene tunnel per una rapida fuga e che è stato costruito per resistereanche ad un attacco atomico, come spiega lo scrittore Ramdan Jarbou, membro del consiglio dei ribelli.

Un indiretto rigetto dell’idea degli attacchi aerei contro Gheddafi è giunto anche dal segretario di stato americano Hillary Clinton, che parlando di fronte alla commissione della Camera di Washington per gli Affari Esteri, ha detto che ”l’amministrazione Obama sa che l’opposizione libica vuole agire da sola per il bene della popolazione, e che non vuole interventi da parte di forze esterne”.