Libia, Tripoli: “Sì alle riforme. Ma Gheddafi deve restare”

Pubblicato il 5 Aprile 2011 - 08:20 OLTRE 6 MESI FA

TRIPOLI – Il governo libico ha affermato che Muammar Gheddafi deve restare al potere, ma che il Paese è pronto a discutere riforme del suo sistema politico. Solo il popolo libico, ha aggiunto un portavoce governativo, può decidere se il colonnello può restare o meno.

Il portavoce del governo libico ha annunciato che il regime di Tripoli è pronto a una ”soluzione politica” al conflitto ed è disposto a indire elezioni e a introdurre riforme politiche, ma solo il suo popolo può decidere se il leader libico Muammar Gheddafi può restare o meno al potere. Lo ha affermato il 4 aprile un portavoce del governo.

”Potremmo avere – ha dichiarato Mussa Ibrahim, rispondendo a domande sul tenore dei negoziati della Libia con le potenze occidentali – qualsiasi sistema politico, qualsiasi cambiamento: Costituzione, elezioni, qualunque cosa, ma il leader deve portare avanti tutto ciò. Questo è ciò che crediamo”.

”Chi siete voi per decidere cosa i libici dovrebbero fare? Perché (le potenze occidentali) non dicono: è necessario che il popolo libico decida se il leader libico deve restare o meno, se avere o meno un diverso sistema politico?”. ”Nessuno – ha aggiunto Ibrahim – può venire in Libia e dire: dovete cambiare il vostro leader, o il vostro sistema politico, o il vostro regime. Chi siete voi per dire ciò?”.

Il portavoce del governo libico ha ancora affermato che nessuna condizione può essere imposta alla Libia dall’estero, ma che il Paese è disposto a discutere proposte miranti a portare più democrazia, trasparenza, libertà di stampa e leggi anti-corruzione.

”Non decidete il nostro futuro dall’esterno, offriteci proposte per cambiare dall’interno”, ha detto Ibrahim. Gheddafi, ha proseguito, ”ha un significato simbolico per il popolo libico. Come la Libia viene governata è invece una diversa questione. Che tipo di sistema politico viene instaurato nel Paese, è una diversa questione. Di questo noi possiamo parlare”.

Ibrahim ha accusato leader occidentali di cercare di rovesciare Gheddafi per interesse personale o per conseguire vantaggi economici. ”Sappiamo – ha dichiarato – che alcuni politici al potere in Occidente hanno un problema personale con il rais. Altri hanno interessi economici che ritengono sarebbero meglio serviti se il governo crollasse”.

Il portavoce ha smentito le accuse alle forze governative di attaccare i civili: ”Non stiamo attaccando i civili, ve lo assicuro – ha affermato – Mai in questa crisi abbiamo attaccato civili… Non starei fianco né parlerei per un governo che uccide civili. Chi pensate che siamo – ha concluso – Mostri?”.

Ibrahim ha affermato anche che la Libia si rammarica per la decisione dell’Italia di riconoscere gli insorti. Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha  annunciato il 4 aprile che l’Italia riconosce il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) ”come unico interlocutore legittimo della Libia per le relazioni bilaterali”.

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