Migranti, il ministro austriaco Kurz: “Calo degli arrivi in Italia non è un trend”

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Agosto 2017 - 14:49 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, il ministro austriaco Kurz: "Calo degli arrivi in Italia non è un trend"

Migranti, il ministro austriaco Kurz: “Calo degli arrivi in Italia non è un trend” (Foto Ansa)

BERLINO – “Il calo degli arrivi di migranti in Italia non è un trend”: l’altolà arriva dal ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz. In un’intervista dalla Welt am Sonntag, il ministro ha frenato ogni entusiasmo dettato dalla diminuzione degli sbarchi nelle ultime settimane.

“Io metto in guardia dall’interpretare la recente riduzione del numero dei migranti verso l’Italia come un trend”, ha sottolineato Kurz. “Circa un milione di persone aspettano in Libia di poter transitare in Europa. L’Africa si trova di fronte ad una massiccia esplosione demografica, alla quale assisteremo nei prossimi anni. L’Europa è ancora ben lontana dall’aver risolto la questione dei migranti e dei profughi”, continua Kurz. “La politica di asilo dell’Europa ha bisogno finalmente di un cambio di corso sostanziale: non possiamo accettare oltre che i migranti illegali arrivino in Europa e che siano i trafficanti a decidere chi può arrivare da noi e chi no”, conclude.

Secondo Kurz “la rotta del Mediterraneo deve essere adesso chiusa”. Il ministro ha anche espresso apprezzamento per il fatto che il governo italiano abbia ratificato un codice di comportamento per le Ong che operano nel Mediterraneo. “La massa di persone che attraverso la rotta del Mediterraneo arriva in Italia è costituita da migranti economici, che non hanno diritto all’asilo, nel segno della Convenzione di Ginevra. Noi dobbiamo stopparli ai confini esterni – ha spiegato Kurz – li dobbiamo accudire e li dobbiamo portare indietro nei Paesi d’origine oppure nei Paesi di transito”.

E poi ancora: “Il salvataggio nel mar Mediterraneo non deve più essere ritenuto un biglietto per la mitteleuropa. Io apprezzo che il Governo italiano abbia ratificato un codice di comportamento al quale le Ong devono attenersi”.