Mongolia. “Conservare la purezza della razza”: gli “eredi” di Gengis Khan fondano la svastica bianca

Pubblicato il 5 Agosto 2010 - 14:48 OLTRE 6 MESI FA

“Adolf Hitler? Un uomo rispettabile  perché il suo obiettivo era quello di preservare l’identità nazionale”. Sono queste le parole del leader della  Tsagaan Khass, organizzazione ultranazionalista mongola, e che risponde al nome di battaglia ‘Grande Fratello’. L’organizzazione nasce ad Ulaanbaatar per salvaguardare la “purezza” della razza mongola e sta raccogliendo sempre più consensi in quella che era la capitale più tollerante e più fredda del mondo.

Lo spirito nazionalista è incanalato nell’odio verso i vicini cinesi, ed alimenta una rivalità ed una tensione politica che nella storia nasce con Gengis Khan e la dominazione mongola sulla Cina, fino a quando i dominatori non divennero dominati dagli odiati vicini, e dovettero aspettare gli anni ’20 del Novecento per la loro “liberazione” sovietica.

Sebbene il simbolo scelto per rappresentare l’organizzazione sia la “svastica bianca”, gli adepti si sono definiti antiviolenti e si sono autoproclamati “supporto alla polizia locale”, poichè tra i lodevoli obiettivi perseguiti vi sono la lotta alle ingiustizie sociali, alla corruzione ed alla indifferenza politica, alla droga, alla prostituzione ed al crimine in generale. “Siamo contro la guerra ma andremo fino in fondo ai nostri diritti”, ha dichiarato Tsagaan Khass, ma i loro raduni in giacca militare, magliette con la svastica, capelli rasati e saluto in stile nazista sono tutt’altro che rassicuranti.

Ancora meno rassicuranti sono le parole di Batturm 23enne seguace della svastica bianca: “Dobbiamo essere sicuri che il sangue della nostra patria resti puro. Sarà fondamentale per la nostra indipendenza. Dobbiamo evitare che gli stranieri, e soprattutto i cinesi, si uniscano alle nostre donne creando una razza nuova, diversa da quella pura generata da Gengis Khan”.

Tale è il timore di una contaminazione nella purezza della razza, da divenire ormai consuetudine l’irruzione dei nazi-mongoli in struttura turistiche come alberghi e ristoranti, per controllare che non vi sia prostituzione da parte delle ragazze mongole. Ma dietro ai deliri di purezza della razza si nasconde un terrore ben più grande e condiviso non solo dagli ultranazionalisti, ma da tutti i mongoli, ovvero quello di perdere la propria autonomia economica e non, e di essere inglobati dalla Cina, la cui ombra ingombrante e minacciosa li oscura.

Stiano tranquilli i turisti stranieri “che sono benvenuti e che sono nostri amici, se rispettano le regole e se non vengono dalla Cina” ha precisato la Tsagaan Khass,  infatti la svastica, che nell’immaginario occidentale rievoca le atrocità del nazismo, in Mongolia rappresenta un simbolo sacro e di buon augurio del Buddhismo, tanto da essere un’immagine molto comune che si può osservare su monasteri, decorazioni e perfino sui sacchetti dei supermercati.