Pakistan/ Parla il presidente Zardari: Bin Laden è morto (ma i talebani sono tosti)

Pubblicato il 7 Maggio 2009 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA

«I Talebani usano i civili come scudi umani». Parola di Asif Ali Zardari, il presidente del Pakistan intervistato dal settimanale tedesco Der Spiegel. Difficile sconfiggere un avversario che si protegge in questo modo. È la spiegazione che Zardari dà del fatto che nella regione della Swat Valley i combattimenti sono risultati inutili. Qui, infatti, i miliziani ribelli continuano a mantenere le posizioni.

Il leader pakistano si difende, dunque, dall’accusa di debolezza nel contrastare i terroristi: «Il nostro territorio è particolare. Nascondersi sulle montagne dopo aver attaccato il nostro esercito è facilissimo. È complicato anche solo capire contro che tipo di gente stiamo lottando». Si avventura anche in un paragone tra i Talebani e gli Indiani d’America: «Anche loro non volevano riconoscere il fatto che fossero governati dalle leggi americane».

Il problema per il governo del Pakistan è che gran parte della popolazione delle zone dove gli integralisti mantengono il controllo sta dalla loro parte. «La condizione per trattare con i capi Talebani è che riconoscano la costituzione», continua il presidente, alludendo al miliziano Sufi Mohammed che ha rotto le trattative nella Swat Valley.

Zardari affronta anche due questioni delicate. I rapporti con l’India continuano a non lasciare tranquillo il governo pakistano: per questo si rifiuta di spostare le truppe che vigilano al confine con il colosso asiatico verso il nord del Paese, dove i Talebani sono più forti e radicati. Poi, mette fine alla vicenda legata alla sorte di Osama Bin Laden: «Mi piacerebbe che venisse allo scoperto accettando la protezione dei ribelli, sarebbe più facile catturarlo – dice il presidente pakistano – ma penso che, anche se i nostri informatori e anche quelli americani non sono certi di che fine abbia fatto, lo sceicco non esista più».

Giancarlo Usai
(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)