L’appello del Papa, rispettare i diritti dei profughi eritrei

Pubblicato il 5 Dicembre 2010 - 16:37 OLTRE 6 MESI FA

Prima profughi in fuga da lavori forzati e stupri, poi finiti nella mani di una banda di predoni, attualmente incatenati nel deserto del Sinai, in attesa che qualcuno paghi un riscatto per loro. Sei sono stati uccisi e ad almeno 4 sembra che stiano per prelevare un rene, come forma di pagamento.

Almeno 250 esseri umani vivono questa condizione spaventosa, ma l’attenzione dei media, dei governi e delle cancellerie nei loro confronti è tanto scarsa da rasentare l’indifferenza. Il Papa ha approfittato dell’Angelus per richiamare l’attenzione su di loro. ”In questo tempo di Avvento, …- ha detto – vi invito a pregare per tutte le situazioni di violenza, di intolleranza, di sofferenza che ci sono nel mondo,…”.

Ha ricordato le ”tante situazioni difficili, come i continui attentati che si verificano in Iraq contro cristiani e musulmani, agli scontri in Egitto in cui vi sono stati morti e feriti, le vittime di trafficanti e di criminali, come il dramma degli ostaggi eritrei e di altre nazionalità, nel deserto del Sinai”. ”Il rispetto dei diritti di tutti è il presupposto per la civile convivenza”, ha rimarcato papa Ratzinger prima di augurarsi ”preghiera e solidarieta”’ da parte dei cristiani verso i profughi eritrei. Questi sono in mano ai predoni dal 20 novembre, – anche se per molti di loro l’odissea è iniziata a maggio con la fuga dal proprio paese, la cattura da parte libica, la chiusura in un campo di concentramento, un tentativo di fuga attraverso il Sahara, – e in questi ultimi giorni la diplomazia internazionale ha cercato di muoversi in loro favore. Anche la Farnesina, il primo dicembre, ha fatto pressione sul governo egiziano perche’ intervenga al più presto.

Al governo egiziano si sono rivolti anche le organizzazioni dell’Onu che lavorano per i diritti umani, diverse Ong e le associazioni ecclesiali. Ma finora non si sono visti risultati tangibili. ”L’assenza di immagini dei profughi che muoiono nel deserto o nel Mediterraneo non puo’ essere motivo di indifferenza o di assenza di responsabilita”’, ha denunciato venerdi’ scorso in una nota la Comunita’ di Sant’Egidio, chiedendo ”un sussulto di umanita’ per ricercare soluzioni equilibrate nei confronti dei rifugiati” e l’avvio di ”un sistema europeo di reinsediamento dei profughi”.