Papa Benedetto XVI nel 2004: “Turchia in Europa? Un errore, perché…”

di Edoardo Greco
Pubblicato il 22 Luglio 2016 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA
Papa Benedetto XVI nel 2004: "Turchia in Europa? Un errore, perché..."

Papa Benedetto XVI con Erdogan durante la visita in Turchia (28 novembre 2006, Reuters)

ROMA – Papa Benedetto XVI, quando era ancora il cardinale Joseph Ratzinger, aveva detto che sarebbe stato un errore far entrare la Turchia nell’Unione Europea. Dichiarazione che è stata presa a pretesto dai fautori della guerra di religione che vedrebbero le presunte radici cristiane dell’Europa come un motivo sufficiente per tenerne fuori la Turchia. Ma le argomentazioni del predecessore di Papa Francesco erano ben più sottili.

Correva l’anno 2004. Ratzinger sarebbe stato eletto Papa un anno dopo, mentre al timone della Turchia c’era già Recep Tayyip Erdogan. Salvatore Tropea su Info Vaticana ha ripescato le parole dell’allora cardinale:

E’ questo, infatti, il quadro che emergeva dalle parole del Cardinale Joseph Ratzinger, ben dodici anni fa, quando, il 17 settembre 2004, intervenne durante un Convegno pastorale a Velletri sulla questione Turchia-UE, ponendo la questione non solo in termini politico-religiosi, ma anche di natura storica e culturale.

“Contrapposta all’Europa cristiana era la Turchia, meglio l’Impero Ottomano – affermava il futuro Benedetto XVI –. Dire che era in contrapposizione non è certo una condanna, poiché anche all’interno dell’Europa cristiana non mancavano i conflitti sanguinosi: è però un fatto storico. I due mondi avevano impostazioni culturali molto diverse. E, per passare all’oggi, se è vero che Kemal Ataturk ha formato una Turchia laica, i suoi fondamenti restavano islamici. Analogamente è successo con l’Europa, somma di Stati laici, ma costruiti – anche se oggi lo negano – su fondamenti cristiani. I nostri mondi culturali sono diversi e, con tutto il rispetto che si può e deve avere per l’altro, sarebbe antistorico e anche contro l’anima di questi due mondi pensare di unirli solo per ragioni economiche. Sarebbe un errore grande ridurre la vita umana, il corpo sociale alle logiche del commercio internazionale. Non è giusto, così non si può andare avanti. Le identità culturali vanno valorizzate. Il continente europeo – continua Ratzinger – ha una sua anima cristiana; e la Turchia, che non è l’Impero ottomano nella sua estensione ma ne costituisce pur sempre il nucleo centrale, ha un’altra anima, naturalmente da rispettare. L’Europa dovrebbe intrattenere ottime relazioni in tutti i campi con la Turchia. E la Turchia dovrebbe formare un suo continente culturale con il mondo arabo: oggi però le tensioni tra le parti sono tali da rendere difficile questo. Però, con gli elementi europei in essa presenti e l’anima islamica nativa, la Turchia potrebbe fare da ponte tra Europa e mondo arabo. Con grande vantaggio per tutti”

Negli stessi giorni l’allora cardinale Ratzinger aveva espresso gli stessi concetti in altre occasioni, come aveva riportato Sandro Magister su Chiesa.it:

1. – Joseph Ratzinger a “Le Figaro Magazine” del 13 agosto 2004, intervistato da Sophie de Ravinel:

“L’Europa è un continente culturale e non geografico. È la sua cultura che le dona una identità comune. Le radici che hanno formato e permesso la formazione di questo continente sono quelle del cristianesimo. […] In questo senso, la Turchia ha sempre rappresentato nel corso della storia un altro continente, in permanente contrasto con l’Europa. Ci sono state le guerre con l’impero bizantino, la caduta di Constantinopoli, le guerre balcaniche e la minaccia per Vienna e l’Austria. Penso quindi questo: sarebbe un errore identificare i due continenti. Significherebbe una perdita di ricchezza la scomparsa della cultura in favore dei benefici in campo economico. La Turchia, che si considera uno stato laico, ma fondato sull’islam, potrebbe tentare di dar vita a un continente culturale con alcuni paesi arabi vicini e divenire così la protagonista di una cultura che possieda la propria identità, ma che sia in comunione con i grandi valori umanisti che noi tutti dovremmo riconoscere. Questa idea non si oppone a forme di associazione e di collaborazione stretta e amichevole con l’Europa e permetterebbe il sorgere di una forza comune che si opponga a qualsiasi forma di fondamentalismo”.

2. – Joseph Ratzinger in un discorso del 18 settembre 2004 agli operatori pastorali della diocesi di Velletri, discorso riportato dal quotidiano cattolico di Lugano, in Svizzera, “Il Giornale del Popolo”:

“Storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l’Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell’Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso. L’Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l’impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l’Europa. Anche se Kemal Atatürk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell’antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall’Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l’ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”.