Caso Regeni, premier Conte: “Ferita non si rimargina senza la verità, chiesti atti ad Al Sisi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Giugno 2020 - 23:21 OLTRE 6 MESI FA
Regeni Conte avvisa Egitto: Senza verità la ferita non si rimargina

Regeni Conte avvisa Egitto: “Senza verità la ferita non si rimargina” (Foto ANSA)

ROMA – Il caso dell’omicidio di Giulio Regeni in Egitto per il premier Giuseppe Conte è una ferita che “non si può rimarginare senza la verità“.

Il premier sottolinea di aver chiesto la collaborazione del presidente egiziano Al Sisi, ma che dalle sue parole di impegno ora si attende gli atti.

“A poco più di 4 anni dalla barbara uccisione di Giulio l’Italia tutta, le sue istituzioni, la pubblica opinione continuano ad attribuire priorità alla ricerca della verità sulla sua morte”, dice Conte.

“Nessuno deve dubitare, non abbiamo mai smesso di sollecitare all’Egitto progressi nell’identificazione dei responsabili dell’efferato delitto”, ha spiegato.

“Il governo non ha mai lesinato sforzi ed impegno, è sempre stato in cima nei miei colloqui con il presidente al Sisi”, sottolinea il premier.

Conte: “Senza verità, no pieni rapporti con l’Egitto”

Il premier assicura che se la verità su Giulio Regeni non sarà rivelata, non potranno mai esserci pieni rapporti tra Egitto e Italia.

Conte ha detto: “Ogni mia interlocuzione con Al Sisi è partita da un semplice quanto inevitabile assunto: i nostri rapporti bilaterali non potranno svilupparsi a pieno”.

Conte: “Disponibilità da Al Sisi, ora atti”

Il premier ha detto: “Abbiamo sollecitato ai nostri interlocutori egiziani ad assicurare collaborazione più intensa nelle indagini sulla morte di Giulio”.

Conte spiega che dopo il colloquio di domenica scorsa, Al Sisi si è dimostrato disponibile a collaborare.

E lo incalza: “Attendiamo ancora una manifestazione tangibile di tale volontà”.

Sulla verità, ribadisce, l’Italia è inflessibile: “La vicenda Regeni è rimasta e rimarrà sempre al centro dell’attenzione del governo italiano”.

Poi spiega: “Tutte le componenti e le diramazioni del governo sono tutte votate a questo obiettivo”.

“Questa postura che il governo sta portando avanti sono convinto ci dia la speranza di poter giungere a verità: è un obiettivo verso il quale rimarremo inflessibili fino a quando non l’otterremo”, dice il premier.

Conte rivela: “Ho incontrato due volte i genitori”

Conte ha inoltre rivelato di aver incontrato due volte i genitori di Regeni da quando è diventato premier e per questo motivo è “molto sensibile al caso”.

Poi ribadisce che i risultati si otterranno con l’intensificazione delle richieste, “non con l’interruzione del dialogo bilaterale”.

Il premier sottolinea che “confrontarsi non è giustificare e dimenticare, ma cercare di influire da grande Paese democratico e attore regionale”.

E aggiunge: “Alternative pure percorse in passato non sono certo risultate più incisive”.

Regeni, segni di cooperazione col nuovo procuratore de Il Cairo

“La cooperazione giudiziaria tra le due procure ha dato segni di una certa ripresa dopo la nomina del nuova procuratore egiziano”, ha detto il premier.

Conte spiega: “Ho sempre manifestato attenzione nel corso di ogni colloquio: posso assicurare la commissione che non c’è mai stato un colloquio con Al Sisi che non ha avuto al centro la questione Regeni”.

E aggiunge: “Altrettanto ha fatto Di Maio, numerosi esponenti politici italiani e i nostri ambasciatori”.

Poi sottolinea che “non sono mancate le sollecitazioni con le istituzioni europee perché si facessero latrici di identici messaggi sulla nostra azione”.

Conte: “Ho chiesto un segnale ad Al Sisi”

Il premier ha spiegato di aver chiesto nel colloquio del 7 giugno col presidente egiziano un segnale.

“Ho espresso l’aspettativa di progressi rapidi nelle indagini e Al Sisi ha dato la disponibilità sua e delle autorità egiziane a collaborare”, dice Conte, che sottolinea come ora l’Italia attende la “manifestazione tangibile di tale volontà”.

Senza la verità per Giulio Regeni, insiste Conte, “non sarà mai possibile una visita di stato in Egitto”.

Nel caso di uno stallo prolungato, aggiunge, “se trascorrendo del tempo non avessi visto risultati concreti, avrei invitato il gabinetto dei ministri a valutare come soluzione spendibile e utile l’interruzione dei rapporti”.

“Ma essendomi insediato quando già in passato si erano interrotti i rapporti, mi sono convinto che l’intensificazione del dialogo, cogliere dall’Egitto l’interesse nei confronti del premier italiano, andasse volto per ottenere un risultato che però, mi rendo conto, stenta ancora a produrre dei risultati concreti”, ha detto.

La ferita di Regeni non si rimarginerà senza la verità

Conte svela che già lo scorso 14 gennaio aveva parlato col presidente egiziano della lentezza della collaborazione delle autorità del suo Paese: “Ho espresso costernazione e sollecitato una ripresa della collaborazione”.

E poi: “Ho sempre ribadito come la vicenda Regeni per l’Italia è un vulnus, una ferita che non può essere rimarginata e che richiede l’accertamento della verità giudiziaria”.

Regeni e la pista inglese

Parlando della pista inglese, Conte spiega di non avere “elementi da portare in commissione, né come premier, né come autorità che presiede al comparto intelligence”.

E conclude: “Posso riservarmi con l’intelligence per avere qualche elemento sul punto, ma non sono a conoscenza di specifici elementi su una pista che è rimasta mai approfondita e mai accertata”. (Fonte: ANSA)